Tuttavia, è bene precisare che l’andamento temporale dei dati di inquinamento atmosferico è normalmente influenzato anche dalla variabilità delle condizioni meteorologiche e quindi ci possono essere delle variazioni in diminuzione, ma anche in aumento, dovute principalmente a queste variabili e non alla modifica della quantità delle emissioni.
Questo è più marcatamente visibile per le concentrazioni di polveri sottili che, oltre ad essere un inquinante meno reattivo alle variazioni di emissioni e strettamente legato ai riscaldamenti domestici ancora in funzione in questo periodo, è caratterizzato da fenomeni di trasporto di polveri di natura non solo antropica ma anche di origine naturale o di formazione secondaria. Queste condizioni vanno a spiegare gli eventi di picco delle concentrazioni di PM10 che si sono verificati in maniera diffusa su tutto il territorio trentino e che sono alternati a periodi di rimescolamento atmosferico (grazie alla presenza di aria e precipitazioni) durante i quali le concentrazioni sono calate visibilmente.
Di particolare rilevanza è l’evento di superamento verificatosi nel fine settimana del 28-29 marzo nonostante il blocco generale delle attività antropiche per Coronavirus protratto da giorni; tale evento è stato registrato anche in altre regioni del Nord Italia ed è stato generato dal trasporto a grande scala di masse d’aria cariche di polveri provenienti dalle zone desertiche del Caucaso.
Pur in presenza di questi superamenti di polveri sottili dovuti alle particolari condizioni meteorologiche e di trasporto di inquinanti da sud e da est, è da sottolineare che questo periodo storico del tutto singolare registra una generale diminuzione dell’inquinamento atmosferico per tutti gli inquinanti monitorati, con effetti positivi sulla qualità dell’aria.
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