I questionari erano indirizzati a tre fasce d'età ed erano volti ad indagare le attività, gli stili di vita, i bisogni e le aspettative delle persone, dei bambini e dei ragazzi durante la crisi pandemica. Più della metà dei questionari sono stati compilati da bambini e ragazzi minorenni. Natalina Mosna del Comitato provinciale UNICEF ha presentato le slides con le risposte delle due fasce, bambini e ragazzi rivolte ai temi educativi. Oltre 3.600 i questionari dei bambini dai 5 agli 8 anni. Nelle risposte al primo posto le relazioni e i contatti, con un bisogno di ritornare agli amici, poi ai nonni, ai parenti e alle maestre. Nei questionari c'è anche un bisogno di spazi aperti, di ripresa della scuola dell'infanzia o primaria ma anche al gioco, alle feste e allo sport. Sottolineato poi l'attività all'aperto, uscire e tornare a vivere e ritrovare gli adulti esterni alla famiglia.
Dai 9 ai 19 anni sono stati 7270 i questionari analizzati, di cui il 69% ha risposto alla domanda aperta, una percentuale inferiore rispetto a quella dei bambini sotto i nove anni. Un tema molto sentito è l'attenzione alla salute che, messa vicino agli stili di vita e al cibo, fa capire la tendenza di questi giovani. Per quanto riguarda la scuola, la DAD (didattica a distanza) è stata apprezzata maggiormente dai ragazzi più grandi. Per quanto attiene all'informazione è emerso che vorrebbero avere un'informazione più corretta e chiara e che si informano ancora attraverso televisione e radio. Per loro i temi educativi sono molto importanti in particolare cosa vuol dire rispettare le regole, per apprezzare di più la libertà. Molte le parole positive per crescere. Emerso poi il bisogno degli amici, dello sport, di comunità. Appaiono prepotenti anche le parole per la comunità, specie nei più grandi.
Tre piste di riflessioni sono state proposte da Natalina Mosna:
- Come educare le istituzioni al coinvolgimento e alla partecipazioni di bambini/e e di ragazzi/e e "in ogni questione che li riguarda"
- Come raggiungere gli irraggiungibili? (dagli indifferenti agli esclusi).
- Come mettere a frutto la grande disponibilità, le idee, le competenze e le proposte di ragazzi/e e quali progetti mettere in campo con loro per costruire una comunità educante.
Annalisa Pasini del Forum delle Associazioni Familiari in Trentino ha presentato le caratteristiche di chi ha risposto al questionario da cui, fra l'altro, emerge che 10658 questionari arrivavano da adulti sopra i 20 anni. Le voci degli adulti erano per la maggior parte preoccupate, "i genitori lasciati soli (senza i servizi educativi) hanno paura", ha sostenuto Annalisa Pasini. Il tema del lavoro, della scuola, degli aiuti, della conciliazione sono apparsi in modo particolarmente sentiti. E' emerso che lo smart working debba proseguire ed essere perfezionate. In particolare le mamme non devono scegliere fra famiglia e lavoro. La DAD è stata un'esperienza molto diversificata, per i genitori, molto faticosa. Un tema sicuramente aperto è quello della sofferenza dei bambini e ragazzi: i genitori lo mettono in rilievo. Per i genitori il tema della conciliazione famiglia-lavoro resta il grande tema. la genitorialità è certamente al secondo posto, i compiti di cura, l'instabilità dei legami e di conseguenza la solitudine, la sfiducia e l'alleanza sul territorio, seguono a ruota. "Le famiglie chiedono comunque ascolto e valorizzazione", ha detto Annalisa Pasini che ha concluso così il suo intervento: "Il tema dell'alleanza, diventa centrale e non deve essere dimenticato nessuno"
E' poi intervenuta Anna Giacomoni referente tecnica del Distretto dell'educazione del Comune di Trento, Città per educare, che ha presentato cosa fa il distretto, ovvero "costruisce reti, promuove eventi e svolte un ruolo di riflessione". Erika Concer, sempre del Comune di Trento, ha poi posto l'attenzione sui servizi dell'Amministrazione per l'alleanza per la famiglia. Francesca Pontara ha portato l'esperienza della Cooperativa Arianna durante il lockdown e di tutto l'ambito del sociale e ha ribadito l'importanza di non dare per scontato le cose, di mettersi in rete, di dare una mano e di porgerla quella mano. E' intervenuta anche Stella Bozzarelli del Tavolo Forum per la Pace.
Ha infine preso la parola il professor Giuseppe Milan che insegna sia a Padova, sia a Trento che ha fatto riflettere su alcuni elementi di novità nella visione pedagogica a livello globale nell'epoca post-Covid e ha posto l'attenzione sui nuovi riferimenti per la crescita dei minori e delle famiglie.