Le linee strategiche definiscono nel dettaglio gli obiettivi che la Provincia autonoma intende perseguire, sulla base delle indicazioni della Commissione europea, attraverso i 340.665.995 euro per la programmazione 2021-2027, in aumento rispetto alla programmazione 2014-2020 del 30%. Più nel dettaglio si tratta di 181.028.550 euro per il Programma Fesr e di 159.637.445 euro per il Programma Fse+.
Le risorse del settennato (40% dell'Unione europea, 42% dello Stato italiano e il restante 18% della Provincia autonoma) secondo le linee strategiche della Provincia autonoma serviranno a raggiungere gli obiettivi generali indicati nei regolamenti. Per il Fesr 2021-2027 le priorità sono un Trentino più competitivo e in rete attraverso la promozione di una trasformazione economica innovativa e intelligente e della connettività provinciale alle tecnologie digitali e un Trentino più sostenibile attraverso lo sviluppo di interventi per un'energia pulita ed equa, dell'economia circolare e della mitigazione e dell'adattamento ai cambiamenti climatici, nonché della prevenzione dei rischi ad essi connessi. Per il programma Fse+, le priorità sono occupazione, istruzione e formazione e inclusione sociale, nell'ottica di migliorare l’accesso all’occupazione, specialmente delle persone più deboli, i giovani in cerca di occupazione, favorire la conciliazione famiglia lavoro, nonché la crescita delle conoscenze nell'istruzione e nel lavoro e lo sviluppo di servizi di cura e assistenza più diffusi sul territorio.
I programmi andranno presentati alla Commissione europea per una definitiva approvazione.
"I programmi Fesr e Fse+ - sottolinea l'assessore Spinelli - mettono a disposizione risorse e strumenti utili a rafforzare il Trentino, in linea con le indicazioni che arrivano dall'Unione europea sui fondi strutturali. In una fase come questa, di uscita dalla crisi pandemica, le priorità che la Provincia autonoma intende raggiungere attraverso le proprie linee strategiche vogliono essere una leva per aumentare la capacità del Trentino di essere resiliente e per rendere più solida e competitiva la sua struttura economica e sociale. Lasciatemi evidenziare come questo lavoro di definizione degli elementi strategici a presidio degli interventi dei fondi e la loro ulteriore declinazione sul piano operativo, per questa prossima programmazione più che per le precedenti, non è stato e non sarà facile. Non lo è perché questo ciclo di programmazione richiede una forte attenzione all’integrazione delle politiche a fronte di un’ampia mobilitazione di risorse pubbliche a diversi livelli, europeo, nazionale e locale che in questo momento storico vengono mobilitate. Mi riferisco in particolar modo ovviamente al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".