Nelle parole di tutti, l'importanza di esprimere un'accoglienza capace di comprendere, innanzitutto, il drammatico vissuto dalle persone ospitate e di rendere questa esperienza un'opportunità di crescita reciproca. Un orientamento che, come è stato sottolineato da tutti, si è già tradotto in una particolare disponibilità delle associazioni nel contribuire a dare vita a percorsi di dialogo, incontro e conoscenza reciproca.
Nel primo pomeriggio nella struttura si sono recati, per una visita informale, anche i Carabinieri di Lavarone e alcuni ragazzi del posto che hanno voluto portare il proprio saluto. Sulla facciata principale della struttura era presente la scritta colorata “welcome” predisposta dalla comunità. Inoltre, il primo pranzo è stato preparato e offerto dalla Croce Rossa (con il supporto di Punto d'Approdo) attraverso i propri volontari quale primo segno di benvenuto in rappresentanza del tessuto associativo locale.
L'arrivo delle ventiquattro migranti – quasi tutte nigeriane, una senegalese – a Lavarone è stato preceduto, nei giorni scorsi, da un partecipato incontro informativo con la comunità locale. Nella residenza le richiedenti protezione internazionale provvederanno autonomamente alla gestione quotidiana delle rispettive camere e delle proprie esigenze personali, ma la loro permanenza sarà caratterizzata, come hanno spiegato stamane Ivana Riccadonna per Cinformi e Andrea Gentilini per Punto d'Approdo, dal costante lavoro e affiancamento degli operatori. Un impegno orientato anche a favorire percorsi e occasioni di incontro con la comunità per una positiva convivenza. L'obiettivo, a Lavarone come in tutte le località dove sono alloggiati i profughi, è rendere l'accoglienza in Trentino un'opportunità per il territorio superando timori e pregiudizi.