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Così il presidente Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni intervengono dopo l’operazione condotta dalla Polizia di Trento contro lo spaccio di stupefacenti che vedrebbe coinvolti, a vario titolo, alcuni fra i richiedenti asilo accolti in Trentino. "Non dobbiamo permettere – aggiungono Rossi e Zeni – che l’inganno operato da pochi diventi il ritratto di tutti i profughi. Dal 2014 a fine 2016 in provincia di Trento sono stati accolti oltre 3.000 richiedenti protezione internazionale; una ventina di questi sono stati arrestati. Questa operazione dimostra che in Trentino non ci sono spazi per chi cerca scorciatoie, ma solo per chi intende impegnarsi a fondo valorizzando l’aiuto che riceve. La grande maggioranza dei migranti cerca, quotidianamente, di ricostruire la propria vita con impegno e rispetto. In mancanza di impegno, rispetto e gratitudine ritirare la mano tesa per aiutare non solo è opportuno, ma doveroso".
Recentemente, ricordano poi il presidente e l’assessore, la Giunta provinciale ha approvato la nuova disciplina dell’accoglienza. Un documento con regole e relative modalità di applicazione ancora più stringenti, capaci di tutelare chi si comporta in modo adeguato e propositivo e, al contempo, di intervenire ancora più efficacemente verso chi tradisce il "patto" di accoglienza.