L’assessore Stefania Segnana ha ringraziato tutti i professionisti della sanità, pubblica e privata, che hanno dato il loro contributo durante l’emergenza. “Sono stati mesi impegnativi e difficili, ha detto, stiamo affrontando un’emergenza sanitaria mondiale che purtroppo ancora non è finita. In questo momento, grazie all’alto numero di tamponi effettuati, vengono intercettati anche i casi di asintomatici e questo ci permette comunque adesso di gestire l’epidemia”. Venendo al tema centrale dell’incontro, l’assessore ha informato che la riorganizzazione strutturale è stata inviata a Roma.
Il decreto “Rilancio” prevede, infatti, che le regioni e le province autonome adottino piani di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale allo scopo di rafforzare l’offerta sanitaria e socio-sanitaria territoriale necessaria a fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, ad assicurare una presa in carico precoce dei pazienti contagiati, dei pazienti in isolamento domiciliare obbligatorio, dimessi o paucisintomatici non ricoverati e dei pazienti in isolamento fiduciario, oltre a potenziare l’assistenza domiciliare e l’assistenza infermieristica a favore dei pazienti fragili.
“Siamo in attesa di una approvazione ufficiale, ha precisato Segnana, mentre per l’assistenza territoriale stiamo lavorando con Apss. Dobbiamo essere pronti, in caso ci dovesse essere ritorno della pandemia e della situazione emergenziale. La nostra intenzione è riequilibrare il rapporto territoriale e potenziare la rete assistenziale a 360 gradi. Già lo scorso gennaio, prima della pandemia, avevamo valutato come organizzare gli ambulatori territoriali con la presenza di un infermiere per rispondere alle necessità di seguire le malattie croniche e il decreto rilancio prevede l’infermiere di comunità: eravamo sulla strada giusta”. Riguardo alle risorse, ha proseguito l’assessore, sarà necessario fare delle valutazioni puntuali.
La riorganizzazione vede una serie di ampliamento dei posti letto terapia intensiva e semintensiva, negli ospedali principali di Trento e Rovereto, ma anche negli ospedali di valle.
Si prevede dunque la realizzazione di nuovi posti letto di terapia intensiva: 36 presso l’ospedale di Rovereto, 6 presso l’Ospedale di Cles e 4 presso l’ospedale S. Chiara di Trento; la realizzazione di nuovi posti letto di terapia semi intensiva: 20 presso l’ospedale S. Chiara di Trento, 8 presso l’ospedale di Cles e 10 presso l’ospedale di Arco; la riorganizzazione dei percorsi presso i Pronto soccorso del Santa Chiara, di Arco, Cavalese, Cles e Rovereto.
Il nuovo modello di assistenza territoriale è orientato ad un ampliamento quantitativo–temporale e ad una migliore qualificazione della risposta assistenziale; si prevede una presa in carico multidimensionale delle persone meno frammentata e maggiormente integrata; il consolidamento, secondo programmi di attività distrettuali, di specifiche attività di prevenzione, di promozione della salute, di medicina di iniziativa; un rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata per una più efficace risposta ai bisogni dei pazienti cronici, dei disabili e delle persone con fragilità attraverso l’attivazione del nuovo modello dell’“infermiere di famiglia”.
Segnana ha anche evidenziato la necessità di migliorare le attività connesse all’emergenza epidemiologica attraverso la strutturazione di un sistema che permetta di intercettare tempestivamente eventuali focolai e quindi di assicurare altrettanto tempestivamente la presa in carico dei pazienti contagiati, il potenziamento del Dipartimento di Prevenzione attraverso il trasferimento delle competenze statistiche ed epidemiologiche dell’Osservatorio per la salute all’interno del dipartimento prevenzione; l’attivazione di una Centrale Operativa Provincialecon funzioni di coordinamento unitario e di raccordo di tutti i servizi sanitari e socio-sanitari con la rete di Trentino Emergenza 118 che si inserisce nel solco della centrale operativa del numero telefonico unico europeo 116-117 in fase di attuazione e in attesa di approvazione da parte del Ministero della Salute.
L’assessore ha auspicato infine di trovare la possibilità di un’intesa comune con tutti i professionisti del territorio, per creare una sanità più vicina ai cittadini e più efficiente, un auspicio che è stato condiviso anche dai rappresentanti dei vari ordini professionali presenti.