Woody non è sempre Woody così come noi non siamo sempre noi. A volte è il fuorilegge di quartiere miope e sgangherato, altre invece è il nevrotico intellettuale che bazzica per il MoMa; a volte è il copicat sfacciato di Bergman, altre ancora è “solo” il paziente più scettico di tutta Park Avenue. Amore e odio a corrente alternata, determinazione yankee e umorismo yiddish, New York e il resto dell’Europa: quella che Woody Allen ha raccontato e girato in oltre quaranta film è un’umanità che continua a credere nella “Grande occasione” per non dare troppa importanza agli abbandoni, ai dispiaceri e agli smarrimenti di ogni giorno. Senza mai dimenticare che le parole più belle al mondo non sono "Ti amo", ma "È benigno".
Più o meno Woody è una conversazione sul filo rosso che tiene insieme questa matassa, sull’inventario di cose che abbiamo ereditato – volenti o nolenti – dal suo sguardo lucido, dalla sua scrittura dissacrante, dalla sua capacità di non essere sempre lo stesso.
Il terzo e ultimo appuntamento si terrà il 12 dicembre, sempre alle 19 all'Astra, e vedrà Dario D'Incerti, regista e formatore, presidente dell'associazione culturale Cinelogos parlare di "Ditelo con il cinema. Dare forma all'invisibile tra immaginario e realtà".
Info:
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