La delibera votata oggi all'unanimità dalla Giunta provinciale, su proposta dall'assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, individua le linee guida essenziali per la definizione della nuova modalità organizzativa dei servizi, incentrata sui bisogni della personale e sul carattere di territorialità dello stesso servizio. In questa ottica, il punto unico di accesso rappresenta una funzione del distretto che si articolerà sul territorio in accordo con le singole Comunità di valle.
Dal tradizionale concetto di Distretto sanitario si passa al Distretto socio-sanitario: il distretto diventa il riferimento socio-sanitario delle istanze espresse dalla comunità locale e dell'insieme di attività in capo al sistema sanitario. La legge provinciale del 2006 che istituiva le Comunità di Valle, e la recente legge provinciale in materia di tutela della salute, delineano il quadro istituzionale entro cui sviluppare una riorganizzazione dei servizi di welfare che superi il modello prestazionale a favore di un approccio relazionale che si rivolge alla persona nella sua integralità.
L'altro indirizzo riguarda la persona e l'assunto dell'integrazione socio-sanitaria. La persona è considerata globalmente, dove la componente sociale e sanitaria sono fortemente connesse. Questo approccio - come spiega la deliberazione - rappresenta una prospettiva di alto respiro che integra complessità, multidisciplinarità, multiprofessionalità.
Come detto, i Punti unici di accesso sono moduli organizzativi integrati con i servizi sociali, diretti all'orientamento e alla presa in carico del cittadino, cosi da garantire all'utente e alla sua famiglia il principio della libertà di scelta in ordine all'individuazione dell'ente erogatore dei servizi, fatta salva la coerenza con le scelte terapeutiche e assistenziali nonché la compatibilità con le esigenze organizzative delle strutture coinvolte. (pff)
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