Per occuparsi dei minori occorre mettere in campo tutta la professionalità, la competenza e l'esperienza in ciascuna professione, maturate nella formazione e nel lavoro quotidiano sul campo. Lo sanno bene tutti quei professionisti – assistenti sociali, educatori, pedagogisti, coordinatori dei servizi pedagogici, pediatri, personale sanitario o personale del tribunale dei minori – che ogni giorno si prendono in carico i problemi e le difficoltà dei minori e si occupano di migliorare, in vari modi, la loro condizione e le loro prospettive di vita. Tuttavia, per ottenere buoni risultati ciò che può fare davvero la differenza è il gioco di squadra tra tutti questi diversi soggetti. È da questa convinzione che in Trentino parte un nuovo progetto, denominato MIVES - Modelli di Innovazione e Valutazione di Esito nei Servizi scolastici, socio-educativi e socio-sanitari per minori – che nell'arco di tre anni, punta a mappare e mettere in rete le informazioni e le valutazioni sullo stato di bisogno del minore raccolte tra i vari soggetti, con l'obiettivo di offrire un'assistenza più completa e mirata.
Il progetto, promosso dalle università di Trento e di Verona, con la collaborazione di varie istituzioni del territorio trentino (in prima linea la Provincia autonoma di Trento e l'Azienda provinciale per i servizi sanitari), ha ricevuto un importante finanziamento dalla Fondazione Caritro.
I dettagli e gli obiettivi saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà giovedì 13 febbraio alle 12 nella sala conferenze della Fondazione Caritro (Via Calepina, n. 1). A presentare il progetto saranno le responsabili scientifiche Olga Bombardelli (Università di Trento) e Monica Pedrazza (Università di Verona), insieme all'assessora provinciale alla salute e alla solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento, Donata Borgonovo Re, alla responsabile della Direzione per l'Integrazione Socio sanitaria dell'APSS, Paola Maccani, e al direttore generale della Fondazione Caritro, Mariano Marroni.
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