"Grazie a don Giacometti per tutto ciò che ha fatto per la scuola, e per la quella cattolica in particolare. Grazie per questo libro, un contributo che ci aiuta a tenere alta l'asticella del confronto sulle tematiche dell'educazione e della scuola. Spero di poter contare ancora su tutti quelli che, come lui, hanno vissuto e vivacizzato questa stagione importante per la scuola trentina, che sta già passando il testimone ad altri protagonisti di una nuova stagione". Con queste parole, il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, ha concluso il suo breve saluto alla presentazione del libro di monsignor Umberto Giacometti.
"Questo libro raccoglie un percorso umano, civile e religioso dell'autore e rivendica giustamente l'orgoglio della scuola cattolica in Trentino nel suo rapporto con la scuola pubblica e con la comunità. Un rapporto pubblico/paritario qui ormai sedimentato e innovativo - ha continuato il presidente riprendendo alcune affermazioni dello stesso don Giacometti -. Oggi però la vera sfida passa per l'innovazione nella didattica; una sfida in questi due orizzonti: il primato educativo segna l'orizzonte etico, l'innovazione didattica quello operativo. Le potenzialità per innovare ci sono - ha concluso Dellai - si tratta di capire come in concreto e come attivare nuovi strumenti per liberare energie e non passaggi burocratici".
Gli onori di casa li ha fatti l'amica e collega "rivale di sempre" di don Giacometti, Lia de Finis, responsabile dell'Associazione "Antonio Rosmini" ed ex preside del Liceo classi "G. Prati" di Trento, che ha ripercorso le fasi storiche dell'impegno dell'autore come rettore e preside dell'Arcivescovile, intrecciandole col dibattito sulla parità pubblico/privato, sul modello trentino di scuola e sulla ricerca costante di dialogo con la scuola pubblica, da una parte, e di innovazione vera nella scuola cattolica, dall'altra, che ha nel LIA (Liceo Linguistico Arcivescovile) di Rovereto la sua massima espressione.
Don Lamberto Agostini, responsabile del settore culturale per la Curia, ha scelto l'approfondimento del tema "Primato educativo", utilizzando le parole del Papa Benedetto XVI, declinando la necessità anche "del silenzio che ci viene a scomodare, sapendo che non si può essere educatori se prima non si è fatta l'esperienza di discepoli".
Il giornalista Franco de Battaglia, ha rimarcato l'importanza dei molti contributi di don Giacometti nel dibattito sulla scuola in momenti "caldi", richiamando le risposte pacate ai diversi interlocutori che dalle colonne della stampa locale partecipavano con passione al confronto, l'argomentazione minuziosa e l'apertura alla scuola pubblica: "Il preside dell'Arcivescovile Giacometti e la preside del Prati, Lia de Fini, che ricordano altri due fari come Bruno Betta (laico, ma proteso ai temi dell'infinito) e don Rino Dallabrida (sacerdote con uno stile di vita francescano)".
Prima del saluto finale dell'arcivescovo Luigi Bressan, l'autore, un po' commosso, ha voluto ricordare qualche momento privato e di legame alla sua Valle di Ledro e, poi, ringraziare i tanti che direttamente o meno hanno avuto modo di operare con don Giacometti o solo di confrontarsi con lui e che ieri hanno voluto essere presenti alla presentazione della "summa dei suoi 36 anni all'Arcivescovile". (mc)
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