Venerdì, 30 Ottobre 2015 - 02:00 Comunicato 2723

Oggi a Trento il seminario internazionale
PIANO TRENTINO TRILINGUE: GLI ESPERTI A CONFRONTO

"La scuola, che è in prima linea per la costruzione del futuro, deve saper trasmettere fiducia alle nuove generazioni e a questo proposito, il Piano Trentino Trilingue, offre sicuramente un'opportunità in più ai nostri giovani per avere fiducia nel proprio domani". Con queste parole il governatore del Trentino, Ugo Rossi ha aperto oggi a Trento il seminario internazionale dal titolo "Le risorse immateriali per il futuro del Trentino. Il caso delle competenze linguistiche". L'iniziativa è stata organizzata con l'intento di proporre una prima riflessione attorno alla realizzazione del Piano Trentino Trilingue, un progetto che, impegnando tutta la scuola trentina, non può che essere attuato attraverso un confronto, supportato dal contributo di autorevoli esperti ed Enti riconosciuti a livello internazionale. "Per dare al Piano la massima affidabilità – ha spiegato Rossi - accanto agli incontri sul territorio realizzati nei mesi scorsi, abbiamo ritenuto di avvalerci del contributo di esperti esterni per analizzare, in modo indipendente, punti di forza e punti di debolezza del Piano e per poterne così meglio orientare l'implementazione. A questo momento ne seguiranno altri che accompagneranno la progressiva attuazione del Piano". Il seminario, rivolto al mondo della scuola, ma aperto a tutte le istituzioni, ai professionisti e alle realtà a vario titolo interessate nella costruzione di una efficace politica di diffusione delle lingue, è stato organizzato da IPRASE, OCSE/Leed di Trento e dal Dipartimento della Conoscenza.

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Jean-Claude Beacco, professore ordinario di Scienze del linguaggio e di didattica delle lingue e delle culture all'Università Sorbonne Nouvelle di Parigi, è l'esperto indicato dall'Unità delle politiche linguistiche del Consiglio d'Europa che ha guidato un processo di policy review in campo linguistico per la Provincia autonoma di Trento, di cui oggi sono stati presentati i contenuti.
Nella parte introduttiva del seminario, introdotto e moderato da Mario Dutto, presidente di IPRASE, ha parlato la Dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza, Livia Ferrario, che nel suo intervento ha sottolineato l'impegno a 360' del Dipartimento da lei guidato nell'attuazione del Piano. "Un impegno – ha detto Ferrario - che va dalla pianificazione di nuovi modelli organizzativi, alla progettazione di azioni a sostegno della formazione specifica degli insegnanti, così come alla progettualità delle singole scuole. Sono azioni articolate e impegnative. Dal punto di vista finanziario abbiamo già iniziato ad avvalerci in modo massiccio di risorse europee".
È poi intervenuto Stefano Barbieri di OCSE Trento che, dopo aver rimarcato il carattere "intergovernativo" di OCSE, ha parlato delle strategie sulle competenze decisive per la società globale della conoscenza.
Luciano Covi, direttore di IPRASE, ha fornito un'interessante contributo in tema di multilinguismo e plurilinguismo in provincia di Trento. Ne è emerso che il Trentino è una realtà con un profondo trascorso multilingue, da cui deriva un'attenzione verso le politiche linguistiche di lunga data, consolidata e di ampio respiro. "Il Trentino – ha spiegato Covi – pur essendo una realtà tipicamente montana, risulta "linguisticamente molto aperta", e presenta una mobilità territoriale dei soggetti molto significativa, sia in ingresso, sia in uscita. La forte vocazione turistica del territorio provinciale favorisce la presenza di numerosi stranieri e, in questa prospettiva, le lingue inglese e tedesca, unitamente alle lingue dell'Est Europa, ricoprono un ruolo di primario interesse".
Sulla base di questo quadro di riferimento e delle indicazioni emerse dagli incontri di consultazione, realizzati nel mese di maggio 2015 e riportate nel documento "Il Piano Trentino Trilingue. Voci dalla scuola e dal territorio", Beacco ha condotto il processo di policy review, i cui esiti sono contenuti nel documento "Elementi per un profilo delle politiche linguistiche della scuola nella provincia di Trento. Rapporto di consulenza".
Nel suo intervento Beacco ha sottolineato "l'inestimabile contributo fornito dai 15 Tavoli di ascolto, che hanno riunito rappresentanti di tutti i settori coinvolti nelle politiche linguistiche e operanti nella società civile". Da qui emerge la prima raccomandazione che è quella di proseguire nell'esperienza di ascolto e di confronto con il territorio. Dal Rapporto Beacco si evince inoltre che la costruzione di competenze linguistiche ha una pluralità di valenze che è bene esplicitare: "in un Piano fondato su alcuni principi europei relativi alle politiche linguistico-educative, accanto al valore economico e strumentale, – ha evidenziato Beacco – la padronanza linguistica va colta nel forte potenziale in termini di educazione alla cittadinanza europea e interculturale in un mondo globalizzato. La scuola ha una funzione decisiva nella coesione sociale, come spazio di incontro, terreno di scambio culturale ed è una potente leva per la promozione della convivenza democratica e per la formazione alla cittadinanza". Il Rapporto evidenzia inoltre che il Piano deve avere un carattere dinamico e creativo e non meramente esecutivo del processo di implementazione e pone l'accento sulle procedure di delivery (l'insieme delle decisioni che attendono di essere tradotte in azioni), da cui dipende il fallimento o la riuscita del Piano stesso. Tra gli aspetti particolarmente significativi per la riuscita del Piano, Beacco evidenzia: l'importanza della formazione degli insegnanti con approccio cooperativo, quale leva di maggior impatto per la messa in opera funzionale del Piano; il valore della promozione e del sostegno della progettualità delle singole scuole; la mobilità degli studenti, modalità più efficace per il rafforzamento degli apprendimenti, a condizione che non sia di breve durata e infine la sensibilizzazione dell'opinione pubblica alla sfida delle lingue quale parte integrante di un'azione pubblica che voglia essere efficace. Beacco ha inoltre sottolineato la necessità di prevedere maggiore flessibilità, soprattutto per ciò che concerne la tempistica di realizzazione del Piano.
In tema di valenza economica delle competenze linguistiche Michele Gazzola, della Humboldt-Universität di Berlino, ha dimostrato come il multilinguismo sia fonte di benefici economici per i singoli individui e per l'economia nel suo insieme. "Le competenze linguistiche – ha affermato Gazzola – possono generare sostanziali differenziali salariali in favore di coloro che sviluppano repertori linguistici multilingui, e contribuiscono alla creazione di valore aggiunto nell'economia e quindi nel PIL".
Barbara Ischinger, già direttrice del Dipartimento per l'Educazione dell'OCSE dal 2006 al 2014, ha dimostrato che in un mondo sempre più globalizzato le nuove generazioni devono essere pronte a collaborare con persone provenienti da ambienti e Paesi molto diversi. "L'apprendimento delle lingue – ha affermato – è sempre più imprescindibile e diviene centrale per la politica, l'economia, la storia e, ovviamente, l'educazione".
Anneke de Graaf del CITO (Central Institute for Test Development - Olanda) ha parlato dell'importanza della competenza in lettura quale fattore fondamentale nell'istruzione linguistica, sia nella lingua madre che nella seconda lingua e ha illustrato l'esperienza del CITO nella costruzione dei test per gli esami di Stato olandesi.
Nel pomeriggio il seminario è proseguito con una tavola rotonda su "Le lingue nel Trentino di domani", alla quale hanno partecipato: Gisella Langé, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca; Federica Ricci Garotti, Università degli Studi di Trento; Francesco Sabatini, Accademia della Crusca e Università degli Studi Roma Tre e Patrizia Cordin, Università degli Studi di Trento. (c.ze.)




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