Venerdì, 20 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2228

Oggi nella chiesa di San Giorgio l'appuntamento de "I Suoni"
PEJO SCOPRE LA MUSICA DI MARIO BRUNELLO

Spostato alla chiesa parrocchiale del paese, il concerto ha richiamato un folto pubblico. Nell'ampio programma musicale l'artista ha proposto musiche armene, Bach e una commovente versione di "Signore delle cime"-

È stato un programma molto vario quello che Mario Brunello ha proposto quest'oggi all'appuntamento dei Suoni delle Dolomiti. Ad ospitare il musicista e il pubblico, la bellissima chiesa quattrocentesca di San Giorgio a Pejo paese, abbellita esternamente da alcuni preziosi affreschi dei Baschenis, tra cui un imponente San Cristoforo.
Un luogo insolito per il Festival trentino di musica in quota, ma capace comunque di richiamare sotto le volte a crociera numerose persone che hanno ascoltato con grande attenzione e trasporto l'oltre ora e mezza di musica che ha toccato tradizioni sonore molto varie.
Il violoncellista di Castelfranco Veneto ha infatti aperto l'esibizione trasportando tutti in Oriente, in Armenia, proponendo tre canzoni di ringraziamento. Anzitutto un brano dedicato al raccolto e alla battitura del grano, che ha sin dalle prime note trasmesso i tipici tempi larghi e le atmosfere del canto armeno, mentre il secondo pezzo ha proposto i ritmi delle danze. La conclusione di questo primo breve trittico è invece stato affidato ad "Habon Habon", un ringraziamento in note per la pace che Brunello ha suonato imitando col violoncello il tipico incedere del duduk, il flauto di albicocco di quel popolo.
Ben diverse sono state le atmosfere proposte in seguito, con una suite in stile spagnolo firmata da Gaspar Cassadò. I temi della tradizione iberica si sono fusi con il suono del violoncello e la rivisitazione colta del compositore. Una "Fantasia", una "Danza" e una "Introduzione e finale", che si sono mossi tra orizzonti sonori famigliari, rielaborandoli in brani di grande fascino.
Non poteva mancare, però, in questo concerto, un po' di nostalgia per quella cima dove oggi Brunello avrebbe dovuto esibirsi, ossia il Vioz. Per questo motivo la parte finale del concerto è stata dedicata alla VI Suite di Bach per violoncello. "Era prevista al rifugio Mantova al Vioz - ha spiegato il musicista – e come quel rifugio è il più alto del Trentino, così questa composizione è l'apice tra quelle create da Bach". Un omaggio dunque o un confronto tra vette.
Musica di forza straordinaria in grado di unire essenzialità e capacità descrittiva, che ha letteralmente conquistato tutti i presenti, i quali hanno tributato all'esecutore e alla musica una finale standing ovation. Tra i bis un brano dedicato a chi è comunque salito al Vioz sfidando freddo e intemperie per poi rientrare velocemente al luogo del concerto e una commovente versione di "Signore delle cime". Brunello è poi stato a lungo assediato dai presenti per saluti, autografi e scambio di impressioni sul repertorio proposto.

Info: www.isuonidelledolomiti.it -