
"La disuguaglianza non è un destino, ma una scelta – ha detto Krugman docente di economia e relazioni internazionali all'Università di Princeton – e possiamo fare molto per ridurla". "Dobbiamo capire che il problema non è monodimensionale, le cause sono diverse e per affrontarle dobbiamo muoverci su diverse strade". "I redditi - ha ricordato - negli ultimi anni sono cresciuti solo fra la classe media cinese e per l'1% della popolazione, ovvero i super ricchi". Il premio Nobel, parlando di geografia economica, ha evidenziato la possibilità di introdurre misure redistributive solamente in alcune regioni o in alcune città, che potrebbero essere un laboratorio di esprimenti. "A volte – ha detto Krugmann – pensiamo che solo le soluzioni globali possano essere efficaci, ma forse non è così, ad esempio anche il trasporto pubblico locale può essere uno strumento di riduzione delle disuguaglianze, come dimostrano molti studi". Parlando delle questioni globali, Krugmann ha sottolineato che alcune aree geografiche europee più povere sono sottoposte alla competizione dei paesi emergenti. "Credo che l'Europa - ha detto - dovrebbe essere più consapevole di queste dinamiche invece di fare politiche di austerità".
Il premio Nobel ha poi affrontato la questione dei salari. "Ci sono sempre più prove che dimostrano come i salari non siano determinati dal confronto fra domanda e offerta, ma che vi siano in realtà tanti fattori che ne influenzano la portata. E' evidente che all'aumento di salario corrisponde anche un aumento di efficienza, che potrebbe compensare il maggior costo del lavoro".
Infine la tematica dell'immigrazione. "L'immigrazione può essere un modo per migliorare la vita delle persone. Ma ci vogliono delle limitazione. La libera circolazione del lavoro - ha detto - senza integrazione fiscale crea la possibilità di spirali verso il basso. Se molti i giovani se ne vanno da un paese, chi pagherà le tasse per sostenere le pensioni?". -