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Una proposta, quella uscita oggi a Roma dal tavolo di confronto, capace dunque di trovare il giusto bilanciamento fra due esigenze: quella di trasferire alle due Province autonome e alla Regione Lombardia le competenze relative alla gestione delle parti di parco che insistono sui rispettivi territori, e quella di garantire la dimensione unitaria del Parco stesso, anzi, se possibile immaginando che si possa andare al di là di essa, in un'ottica anche transfrontaliera, che tiene conto delle altre aree protette esistenti in quella parte di arco alpino.
Alle Regioni dunque il compito di elaborare un piano complessivo per la gestione del Parco, nell'ambito di un tavolo a cui siederanno tutti i soggetti coinvolti, e a partire dagli atti di indirizzo e dalle linee guida concordati con il Ministero.
Lo Stato controllerà che le linee guida vengono effettivamente applicate nella stesura del Piano parco e nella sua applicazion, in un'ottica unitaria e tenendo conto delle relazioni che lo Stelvio può sviluppare nel contesto di una rete più ampia di aree protette. "Quella emersa oggi è una visione moderna e dinamica dei rapporti fra Stato e realtà regionali - sottolinea ancora Gilmozzi - basata sui principi della collaborazione e della fiducia reciproca, al fine di valorizzare pienamente una realtà importante sotto il profilo naturalistico, paesaggistico e naturalmente anche turistico". -