Alta quattro metri, interamente fusa in bronzo, la statua è opera dello scultore romano Luciano Capriotti. Rappresenta una figura femminile che simboleggia Maria Dolens come protettrice non solo dei morti in guerra ma di tutto il Creato. Nell'anno in cui si celebra il novantesimo anniversario del primo rintocco della Campana dei Caduti di Rovereto un'altra Maria Dolens andrà ad aggiungersi sul Colle di Miravalle. Accadrà il prossimo 4 ottobre. Domani, mercoledì 16 settembre, la statua sarà benedetta da Papa Francesco in piazza San Pietro. Un evento che ha un solo procedente: quello del 31 ottobre 1965 quando Paolo VI diede la benedizione all'attuale Campana dei Caduti che venne rifusa per la terza volta dal 1925.
L'idea di dare vita ad una Maria Dolens del nuovo millennio è venuta allo sculture Luciano Capriotti ispirato dalle parole di Papa Francesco pronunciate in occasione del messaggio per la Giornata Mondiale della Pace dello scorso Capodanno quando i rintocchi della Campana di Rovereto hanno viaggiato attraverso l'etere dal Colle di Miravalle a Piazza San Pietro e da lì verso il mondo intero in mondovisione. Capriotti nei giorni successivi telefonò al Reggente Alberto Robol, conosciuto qualche anno prima durante il mandato di presidente della delegazione italiana al Consiglio d'Europa, e nel giro di poco tempo l'idea si è trasformata in realtà. L'artista ha proposto il bozzetto che nel corso dei mesi estivi si è concretizzato in una grande statua fusa nella fonderia specializzata "Domus Dei" di Albano Laziale, alle porte di Roma.
La statua - che fin dall'inizio ha avuto anche l'approvazione dell'arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan - rappresenta una Maria Dolens "difenditrice" di tutto il Creato. Così come il ruolo della Campana, ideata novant'anni fa da don Antonio Rossaro, non si è cristallizzato nel tempo ma ha seguito un'evoluzione lungo l'intero Novecento, passando dall'essere il simbolo dei caduti della Prima Guerra Mondiale fino a includere quelli della Seconda, poi i caduti di tutte le guerre e successivamente le vittime del lavoro e del terrorismo, l'opera moderna di Luciano Capriotti vuole estendere ulteriormente il significato allargandolo al Creato intero. Maria Dolens protettrice del Creato, degli uomini, degli animali e dell'ambiente. Un concetto che lo stesso Santo Padre ha rilanciato nei mesi scorsi attraverso l'enciclica "Laudato Sì".
La statua oggi pomeriggio è stata trasferita da Albano Laziale a piazza San Pietro dove ha trovato posto sotto l'Arco delle Campane. Lì Papa Francesco troverà domani mattina la delegazione roveretana ed impartirà la benedizione all'opera scultorea. Quindi nei prossimi giorni la statua partirà alla volta di Rovereto dove sarà posizionata sul Colle di Miravalle nel prato che si trova nei pressi dell'imbocco del viale delle Nazioni. La nuova Maria Dolens sarà inaugurata ufficialmente domenica 4 ottobre in occasione della solenne cerimonia che celebrerà il novantesimo anniversario del primo rintocco della Campana dei Caduti. La benedizione del Papa è un bellissimo inaspettato regalo a coronamento di questo speciale anno 2015. -
Saranno presenti a Roma il reggente Robol, l'assessore provinciale Mellarini, l'arcivescono di Trento mons. Bressan, il sindaco di Rovereto Valduga
PAPA FRANCESCO DOMANI BENEDICE LA "MARIA DOLENS" DEGLI ANNI DUEMILA
Sarà particolarmente nutrita la delegazione trentina che domani mattina, mercoledì 16 settembre, parteciperà in Vaticano, in piazza San Pietro, alla benedizione di Papa Francesco della statua di Maria Dolens che il prossimo 4 ottobre sarà inaugurata a Rovereto sul Colle di Miravalle. Sotto l'Arco delle Campane, all'ombra della basilica di San Pietro, saranno presenti il reggente, il vice reggente e un componente del Consiglio di Reggenza della Fondazione Opera Campana dei Caduti, rispettivamente Alberto Robol, Lorenzo Saiani e Maurizio Gentilini, nonché l'assessore provinciale alla cultura, Tiziano Mellarini, in rappresentanza del Governo provinciale, l'arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, il decano di Rovereto, don Sergio Nicolli.-