
Le deroghe prendono atto delle caratteristiche orografiche peculiari dei nostri territori di montagna e della valenza dei servizi d'eccellenza, quali quelli offerti dalla rete delle emergenze, voluti e sviluppati negli anni dall'amministrazione provinciale.
"L'analisi sui documenti prodotti dalla Provincia - sottolinea l'assessore Zeni - ha consentito al Comitato Nazionale Percorso Nascita di declinare con maggiore dettaglio e aderenza il concetto di sicurezza, dando torto nei fatti a coloro che in questi mesi, si sono strumentalmente posti come profeti della chiusura sulla base del solo paradigma numerico. Dispiace apprendere che il punto nascita dell'ospedale di Arco non ha superato l'esame del comitato nazionale. Dalle motivazioni espresse dal Comitato Punti Nascita appare come siano stati fattori determinanti in questo senso, le condizioni orografiche ritenute meno disagevoli rispetto a quelle dei bacini di riferimento di Cavalese e Cles e il tasso di fidelizzazione delle pazienti (64%) anche in questo caso inferiore agli altri due”.
Ottenute le deroghe, la priorità sarà ora quella di ripristinare la piena operatività dei due punti nascita garantendo la presenza H24 in guardia attiva di tutte le figure professionali necessarie. Per questo motivo la Provincia ha dato mandato all'Azienda provinciale per i servizi sanitari di attivarsi fin da subito in questo senso. L'assessore Zeni si rivolge anche alle comunità territoriali interessate: “In un periodo storico nel quale scarseggiano figure mediche specialistiche come quelle dei pediatri e degli anestesisti, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti per assicurarci una presenza stabile di queste professionalità. Invito pertanto i territori a proseguire e attivare quelle iniziative di contesto che possono aumentare l'attrattività degli ospedali periferici quali contesti lavorativi capaci di offrire un'alta qualità della vita”.