Nel sito sono schedati oltre 130 castelli conservati in alzato e 60 castelli scomparsi con testi che ne descrivono la storia e l'evoluzione architettonica e con quasi mille immagini, tra iconografia storica e foto attuali, queste ultime realizzate da Chiara Tomasoni, Matteo Rapanà e Augusto Laghi. L' idea di un sito sui castelli trentini era nata nell’ambito della ricerca APSAT per offrire al pubblico una versione friendly dei risultati ottenuti. Sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento, il progetto APSAT (acronimo di Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini) ha coinvolto un pool di ricercatori di ambiti disciplinari diversi facenti capo al Museo Castello del Buonconsiglio, alle Università di Trento, Padova e Venezia, al Museo degli Usi e Costumi di S. Michele all’ Adige, alla Fondazione Bruno Kessler di Trento. Il progetto di durata quadriennale ha indagato aspetti relativi alla storia, all’ archeologia e all’architettura dei paesaggi d’altura del Trentino e nell’ambito degli studi sulle fortificazioni medievali ha realizzato un "Corpus" con gli esiti della ricerca su tutti i castelli censiti.
Il nuovo sito www.castellideltrentino.it), che si apre con un’ accattivante video creato con la computer grafica in 3D da Stefano Benedetti, ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori coordinati da Annamaria Azzolini, referente del progetto Apsat per il Museo del Buonconsiglio e responsabile della ricerca sull’iconografia antica dei castelli. Un lungo lavoro di documentazione che ha quindi portato alla predisposizione di “schede” per ogni castello, realizzate grazie alla collaborazione di Silvano Zamboni del Museo, di Fabrizio Olivotto e di Francesca Dagostin. I contenuti del sito sono consultabili attraverso una navigazione geografica, per compartimenti vallivi, per luogo oppure tramite la funzione cerca. Per la prima volta sono presentate inedite fonti iconografiche alla cui ricerca hanno partecipato Carlo Andrea Postinger e Salvatore Ferrari. Nel nuovo sito, sviluppato da Piemme Solutions di Michele Paoli, è anche possibile visionare alcune notizie sui castelli "scomparsi", ossia menzionati nella documentazione antica ma non più rintracciabili sul territorio. Noti attraverso le fonti documentarie, e in alcuni casi rappresentati nella cartografia storica, i castelli qui definiti "scomparsi" oggi non sono più visibili. Si tratta di strutture fortificate che, a vario titolo, caddero in disuso o furono abbandonate già ab antiquo e i cui ruderi, stando soprattutto alle memorie cinquecentesche, furono visibili per lungo tempo. Le moderne tecnologie applicate dai ricercatori di Apsat, in particolare il REMOTE SENSING e il LiDAR (Light Detection and Ranging), hanno permesso anche di individuare qualche sito dove anticamente sorgevano questi castelli.