Giovedì, 17 Gennaio 2013 - 02:00 Comunicato 120

Molti spunti interessanti nel Convegno promosso dal Centro Formazione Insegnanti
OPEN SOURCE ANCHE NELLA SCUOLA NON COME RISPARMIO MA COME DOVERE ETICO

Tutti convinti, dagli amministratori agli esperti tecnici ed ai singoli insegnanti: è tempo di introdurre e diffondere con convinzione programmi liberi, come Open source, anche nelle scuole, non solo per un problema di forte risparmio, ma anche e, principalmente, per un dovere etico nei confronti degli studenti e delle loro famiglie. Questa la sintesi, di fronte a poco meno di duecento docenti ed operatori della scuola che hanno partecipato oggi pomeriggio al Convegno "Verso una scuola open" in via Gilli 3 a Trento. Tra i relatori anche la presidente di Wikipedia italiana; domani pomeriggio dimostrazione pratica sull'uso di programmi liberi per la scuola presso l'Istituto Comenius Trento2 di Cognola.-

Molto partecipato e con molti spunti di riflessione e approfondimento il primo dei due pomeriggi "Verso una Scuola Open", organizzato dal Centro Formazione Insegnanti di Rovereto, sull'utilizzo dell'Open Source nella scuola, per la didattica ma anche per l'amministrazione; un passo per sensibilizzare la Scuola e i suoi attori fondamentali alla costruzione di competenze di cittadinanza digitale in ambienti Open "per un accesso consapevole alla conoscenza condivisa". Contributi e approfondimenti, oggi pomeriggio presso l'Aula Magna del Palazzo Istruzione a Trento, in via Gilli; esemplificazioni paratiche e dimostrazioni sull'uso di programmi liberi, domani pomeriggio presso l'Istituto comprensivo Comenius di Cognola. Dopo il saluto dell'assessore provinciale all'istruzione e allo sport, le motivazioni del convegno sono state introdotte dal direttore del Centro Formazione Insegnanti, Luciano Covi. Il tema, ha esordito, "s'inserisce nel più ampio dibattito riguardante il rapporto tra nuove tecnologie e didattica, l'impatto che le ICT determinano sui processi di insegnamento e di apprendimento e conseguentemente sui nuovi equilibri che si verificano tra docenti adulti e giovani discenti ovvero tra immigrati digitali da un lato e nativi digitali dall'altro. La questione dell'Open Source presenta delle specifiche peculiarità e sfaccettature, che vorremmo cercare di approfondire in queste due giornate, provando ad andare però oltre all'approccio tendenzialmente ideologico di pura contrapposizione con il software cosiddetto proprietario o di motivazioni di carattere economico che spesso contraddistinguono il dibattito sull'open, ma privilegiando invece gli aspetti di carattere metodologico, di contenuto e di relazione con i processi formativi".

Marco Ronchetti, docente di informatica all'Università degli studi di Trento, ha aperto la starda agli approfondimenti delineando con convinzione e determinazione vantaggi ed ostacoli di Open source nella scuola, con un avvertimento che ha ribadito in chiusura, ma che – ha detto – diventa un imperativo categorico etico anche dal punto di vista sociale: "In un momento di crisi e di risorse drammaticamente calanti, cogliere l'opportunità di ridurre i costi senza perdere funzionalità non è un' opzione, ma un dovere."
Gli ostacoli ci sono, nell'uso di open source – ha proseguito Ronchetti -, "come quel certo fondamentalismo dei crociati dell'Open, o l'effettiva compatibilità con altri programmi; ma i vantaggi sono di gran lunga superiori, anche e principalmente nei confronti del programma con licenza ma in uso gratuito, un trabocchetto nel quale spesso cascano anche molti docenti che presentano agli studenti tutto come gratuito e poi, una volta a casa, i genitori si vedono costretti a comprare la licenza.". Insomma, la sintesi della necessità di "convertirsi" all'open sta proprio in alcune parole chiave: liberi tutti, condivisione, software libero, formati liberi, contenuti liberi e tanti tanti dati liberi che si possono far circolare anche nelle scuole e nell'amministrazione provinciale. In provincia di Bolzano, chiude Ronchetti, hanno risparmiato il 90% di spesa informatica per le scuole, da 270 mila euro a 27 mila euro l'anno. Risparmio, ma principalmente tanto contenuto etico e cooperativo per i giovani.

Daniela Ceccato, direttore dell'Ufficio Organizzazione Processi e Sistemi Informativi del Dipartimento della Conoscenza della Provincia Autonoma di Trento, ha illustrato la normativa vigente in Provincia in materia di ICT. Nello specifico la PAT si è impegnata e continua a porre attenzione nella diffusione di software e piattaforme open. Le iniziative PAT promosse in tale ambito e focalizzate in particolare sulle scuole sono molteplici: dalla creazione di un software open per la gestione delle lavagne interattive (WiildOS), alla diffusione nelle scuole dell'infanzia di suite Open Office cui sono seguiti incontri di formazione.

Poi, ancora contributi, alcuni dei quali davvero stimolanti, come quello del "gemellaggio open" di un liceo della provincia di Orvieto con una scuola superiore del Rwanda.
E, in un comvegno sulla libertà nell'uso delle risorse digitali, non poteva mancare Wikipedia, l'enciclopedia libera per antonomasia, che da dodici anni è diventata il riferimento certo per milioni di utenti, non solo per una consultazione "passiva" ma con la possibilità si intervenire ed incrementare ulteriormente i contenuti già in rete. Lo ha illustrato Frida Brioschi, presidente Wikimedia Italia con la sua relazione "Vikipedia va a scuola".
Così per l'esperienza delle TIC in Andalusia, proposta in video conferenza.

Domani, dalle 14,30 in poi, presso l'Istituto Comprensivo "Comenius" a Cognola, i partecipanti avranno la possibilità di seguire fino ad un massimo di tre workshop sui dieci proposti, relativi all' utilizzo di software Open nella quotidiana attività didattica. I workshop avranno la durata di 45 minuti e saranno realizzati in sessioni parallele replicate tre volte. (mc)
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