"Da tempo - continua l'assessore - siamo impegnati in un monitoraggio di quel che avviene anche in altre regioni rispetto alla fondatezza delle scelte fatte dal governo nazionale a questo riguardo. Proprio domani a Roma è convocato il tavolo di coordinamento della Commissione attività produttive della Conferenza Stato Regioni della quale anche il Trentino è ovviamente parte. Si tratta di verificare quale percorso fare, insieme alle altre regioni, riguardo a quella che è una sostanziale invasione di campo da parte dello Stato".
In secondo luogo, ricorda ancora OIivi, "abbiamo aperto un tavolo comune con la vicina provincia di Bolzano e nei prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri tecnici di coordinamento per arrivare ad una proposta uniforme di leggi e provvedimenti che tengano conto delle specificità dei nostri territori di montagna".
C'è di più, aggiunge l'assessore: "Abbiamo acquisito in questi giorni l'importante ed autorevole parere del professor Valerio Onida - che diffonderemo mercoledì 20 giugno, in occasione della convocazione delle parti sociali ed economiche e dei sindaci dei maggiori Comuni trentini - e che, comunque, ci sostiene nelle nostre ragioni e tranquillizza rispetto a paventati rischi risarcitori che qualcuno ipotizza. Proprio l'incontro della prossima settimana punta ad un codice di autoregolamentazione, da una parte per evitare inutili tensioni e squilibri economici e sociali e dall'altra per ribadire l'intenzione di non abdicare alla nostra specialità per il solo fatto che c'è una norma statale".
Di qui l'invito dell'assessore Olivi alle amministrazioni comunali, alle categorie economiche e sindacali "a non scegliere ognuna un percorso individuale ma a privilegiare, soprattutto in questo momento, una azione unitaria e convergente per valorizzare la nostra identità anche in campo economico".
"Per questo - conclude Olivi - preoccupa la scelta, se così si può definire, del Comune di Trento di ampliare al massimo i periodi di apertura, sulla scorta del processo di liberalizzazione nazionale, visto che non se ne ravvisa una diversa ragione. Preoccupa per il disallineamento che può apparire come una rinuncia a governare in modo autonomo la materia del commercio, rispetto ad un preferibile confronto con le scelte operate da altri importanti centri urbani del Trentino, nello spirito della riforma condivisa fino a questo punto da tutti gli attori del sistema commerciale locale".
-