"Che la norma provinciale inserita in Finanziaria, che modifica l'attuale legge sul commercio, sia stata utile - insiste Olivi - è testimoniato dal fatto che essa ha consentito di disciplinare il fenomeno, consentendo ai Comuni di operare sul duplice versante della limitazione e della programmazione. Abbiamo agito sulla scorta di una sentenza della Corte Costituzionale la quale, nel novembre scorso, e con riferimento alla normativa adottata in Alto Adige, affermava che fissare limiti di distanza fra le sale gioco e certi luoghi sensibili significa tutelare soggetti particolarmente vulnerabili, come i giovani, o le persone sottoposte a cure, e prevenire forme di gioco compulsivo. La Corte ha chiarito che ciò non collide con la normativa nazionale in materia di ordine pubblico e sicurezza. Tuttavia, se l'Alto Adige ha varato una norma valevole erga omnes, su tutto il territorio provinciale, noi abbiamo deciso di tenere conto delle differenze oggettive esistenti fra un Comune e l'altro, una realtà territoriale e l'altra. Quindi abbiamo scelto di varare una norma di indirizzo, che riconoscesse ai Comuni la facoltà di agire autonomamente con interventi programmatori in ordine sia a tutela della salute pubblica sia a tutela della qualità e della sicurezza nel tessuto urbano. Il principio, insomma,è chiaro: la Provincia mette a disposizione degli strumenti, che le amministrazioni comunali possono decidere di utilizzare liberamente e in autonomia. Siamo molto soddisfatti di questa decisione, perché si è rivelata la più opportuna: prova ne è che già numerosi Comuni hanno adottato in materia atti di tipo regolamentale.
Stamani - prosegue Olivi - ho incontrato il rappresentante della società Euromatic Michele Busetti, che ha espresso in nome della categoria delle perplessità rispetto, in verità, non tanto alla decisione della Provincia di disciplinare la materia ma al modo in cui i Comuni stanno applicando la norma. Ho accolto volentieri la richiesta di coinvolgere maggiormente gli operatori economici nell'affrontare assieme le problematiche connesse al gioco, perché ritengo che nessuno oggi possa chiamarsi fuori da una franca e costruttiva assunzione di responsabilità. Tuttavia non intendiamo tornare indietro. Anche perché non riteniamo che la norma comprometta in alcun modo la libertà di impresa. Voglio peraltro sottolineare nuovamente che essa si applica solo alle nuove installazioni e non agli apparecchi già installati, che come tali, anche se collocati entro zone 'sensibili', non verranno rimossi. Faccio mio invece l'auspicio che i Comuni, pur nel rispetto delle prerogative loro riconosciute, operino secondo una logica di sistema, così da evitare differenze troppo marcate fra una disciplina e l'altra, specie in materia di distanze minime dai luoghi sensibili degli apparecchi per il gioco.
In definitiva, il Trentino ha deciso di agire per tutelare un interesse prevalente rispetto a quello del mero profitto, ovvero quello della salute pubblica; è stata una scelta corretta e necessaria, e sono certo che darà i risultati sperati." -
Stamani l'incontro con Michele Busetti di Euromatic
OLIVI: LA NORMA SUL GIOCO D'AZZARDO E' UTILE E NECESSARIA
"La norma che abbiamo approvato per disciplinare il gioco d'azzardo è stata utile, necessaria e tempestiva. La sua efficacia è dimostrata dal fatto che essa ha colmato un vuoto e che solo ora i Comuni del Trentino sono nella condizione di poter regolamentare l'esercizio del gioco d'azzardo sul loro territorio, evitando una sua diffusione incontrollata. Ed infatti già una decina di Comuni hanno provveduto in tal senso, fra cui Trento, Rovereto, Riva, Arco Tione, e molti altri hanno le delibere in corso di approvazione. La norma varata dalla Giunta è però diversa rispetto a a quella adottata dall'Alto Adige in quanto abbiamo deciso di operare secondo una logica al tempo stesso meno impositiva e generalizzata. Non abbiamo quindi adottato una disciplina unica per tutto il territorio provinciale ma abbiamo attribuito ai Comuni la facoltà di disciplinare autonomamente la materia, sia in relazione ai cosiddetti 'luoghi sensibili' - come scuole, ospedali, case di cura, al fine di prevenire forme di gioco compulsivo - sia in relazione alle problematiche di carattere urbanistico che la presenza di strumenti per il gioco può generare, come quelle legate al traffico, all'inquinamento acustico, alla qualità dell'ambiente urbano nel suo complesso. Siamo consapevoli infatti che Trento non è uguale, poniamo, a Ronzo Chienis. In merito alle preoccupazioni espresse dagli operatori economici, anche attraverso gli organi di informazione, sull'eventuale limitazione all'esercizio della libertà di impresa, voglio sottolineare tre cose: innanzitutto, mi pare ragionevole che gli operatori vengano coinvolti nella condivisione delle azioni che hanno come fine la prevenzione delle problematiche di carattere sociale legate al gioco. In secondo luogo, siamo convinti che la norma non sia illegittima: innanzitutto perché non viola alcun diritto o interesse legittimo, in quanto non vale per le apparecchiature già installate ma punta ad evitare l'incremento e la proliferazione incontrollata di nuove attrezzature; ed inoltre perché, come sancito da una sentenza della Corte costituzionale del novembre 2011, essa è posta a tutela di un interesse assolutamente primario, quello della tutela della salute e dell'ordine pubblico. Infine vorrei sottolineare con forza il fatto che il Trentino si conferma anche con questa decisione un laboratorio di buone prassi: abbiamo deciso di farci carico dei problemi di ordine sociale e urbanistico che il gioco trascina con sé, nei confronti di una legislazione statale che in materia di apparecchi per il gioco oggi privilegia la logica dell'incasso, al fine di rimpinguare le casse pubbliche". Questa in sintesi la posizione dell'assessore provinciale all'industria e commercio Alessandro Olivi in relazione alle polemiche emerse recentemente sulla normativa provinciale che disciplina la diffusione in Trentino degli apparecchi per il gioco d'azzardo.-