Incontro dunque eri a Roma fra gli assessori al lavoro delle Regioni e il ministro Poletti, preceduto da un incontro fra le Regioni e le strutture del Ministero, per fare il punto sullo stato di due temi: l'attuazione di Garanzia Giovani e la richiesta di rassicurazioni avanzata dalle Regioni al Governo sulla copertura finanziaria degli ammortizzatori in deroga per un 2014 che è già quasi arrivato alla fine (il finanziamento del Governo oggi non sta coprendo le spese che le Regioni devono affrontare per i lavoratori che risultano "scoperti" dagli ammortizzatori ordinari).
Per quanto riguarda Garanzia Giovani la "fotografia" dello stato di attuazione del progetto, europeo e nazionale, ha messo in chiara evidenza che il Trentino è la Regione che più di altre è oggi ad uno stadio avanzato nell'attuazione di misure concrete per quanto riguarda l'attivazione dei servizi di accompagnamento al lavoro dei giovani. A fronte di una disomogeneità abbastanza evidente nel raggiungimento degli obiettivi comunitari, il Trentino si è distinto come un territorio che ha già iniziato a prendere in carico i giovani iscritti alla misura a partire dal primo di maggio ed è attualmente al livello più avanzato di attuazione, soprattutto per quanto riguarda i tirocini.
"Siamo contenti di questa conferma - sottolinea il vicepresidente Olivi - che costituisce una dimostrazione di efficienza delle nostre strutture. Ho fatto presente però che il progetto a nostro parere ha ancora un carico burocratico eccessivo. Ci siamo quindi assunti l'impegno, anche nei confronti delle altre Regioni, non solo di indicare qualche buona pratica, ma di avanzare proposte che contribuiscano a realizzare un sistema meno burocratizzato, più flessibile, e dove, assegnate le risorse ad ogni territorio, si possa poi muoversi secondo modelli diversificati, in grado di incrociare più concretamente domanda e offerta di lavoro".
Per quanto riguarda gli Ammortizzatori in deroga, è emerso il rischio di un forte sbilanciamento nella distribuzione delle risorse in favore di quelle Regioni che non hanno utilizzatolo strumento con selettività, ovvero laddove gli ammortizzatori sono stati spesso visti non come "ultima ratio" ma come una via attarverso la quale alimentare politiche passive, deresponsabilizzando un poco le stesse imprese. Per quanto riguarda il Trentino, invece, la Provincia ha dimostrato di avere gestito lo strumento tramite un accordo fra le parti sociali che individua criteri di utilizzo rigorosi. "Ciò che è emerso è che in Trentino non c'è stato sperpero di risorse - commenta Olivi - . Tuttavia anche noi dobbiamo insistere con il Governo affinché sblocchi i 700 milioni mancanti per coprire il fabbisogno stimato per il 2014, al fine di non abbassare ulteriormente le tutele dei lavoratori".
A margine dell'incontro ha avuto luogo un breve colloquio fra il vicepresidente Olivi e il ministro Poletti. Al ministro Olivi ha fatto presente due temi: il primo è la partenza imminente in Trentino del reddito di attivazione, a seguito della delega governativa sugli ammortizzatori sociali. Si tratta di una misura unica in Italia, che va per certi versi nella stessa direzione del Job Acts, ampliando le tutele dei lavoratori rimasti senza lavoro, giovani e meno giovani, seppure in un'ottica di responsabilizzazione dei lavoratori stessi a partecipare alle previste misure di riqualificazione e reinserimento lavorativo.
"Ho anche chiesto al ministro - spiega Olivi - che nella prospettiva di una non-certezza riguardo alla capacità di copertura, da parte del Governo, dei costi a carico dello Stato relativi agli Ammortizzatori in deroga, venga dato il via libera alla possibilità di costituire in Trentino un Fondo unico territoriale intercategoriale costituito dai contributi bilaterali di imprese e lavoratori, sul modello Laborfonds, per poter disporre di una provvista finanziaria in grado di affrancarci dai finanziamenti nazionali, responsabilizzando al tempo stesso il sistema affinché produca le risorse necessarie e avvii al tempo stesso qualche intervento di politica attiva del lavoro per la platea dei beneficiari del Reddito di continuità". -