
«In questo particolare momento della nostra storia la fiducia nei tecnici e negli esperti sta venendo meno. E questo per una serie di motivi, a cominciare dalle disillusioni che ha portato la crisi finanziaria del 2008 e la crisi dell’Eurozona — spiega l’economista Nemat Shafik nata ad Alessandria d’Egitto ma con passaporto britannico e americano — Un’altra ragione sta nel monopolio della formazione dell’opinione pubblica, che oramai non è più solo affidata agli esperti ma è fortemente ridimensionata dall’affermarsi dei social media e dal cambiamento delle nuove tecnologie dell’informazione. La possibilità di accesso a molte informazioni, se da una parte è un bene, dall’altra ne impedisce la verificabilità e così si finisce a vivere in una sorta di “bolla mediatica virale”, dove quello che conta non è l’obiettività e l’importanza della notizia ma il numero di “like” e delle condivisioni. Inoltre, sappiamo benissimo tutti, quanto in internet siamo monitorati e quanto le notizie che ci appaiono siano influenzate da quelli che sono i nostri interessi e le nostre ricerche. Si propagano le Fake News e i lettori hanno oggettiva difficoltà nel capire quali sono le fonti sicure e quali no. Un effetto catastrofico soprattutto sulle nuove generazioni. L’avvento di internet se da una parte è stato un bene dall’altra ha fatto in modo di “disintermediare” la conoscenza, ovvero di toglierei i filtri».
Anche i giornalisti, in tal senso, hanno forse una propria responsabilità, perdendo il proprio spirito d’inchiesta e critico a favore di uno stile d’informazione più facile e leggera per tutti. La crescita delle politiche populiste ha poi contribuito ad incoraggiare un clima anti-intellettuale e quindi poco incline ad ascoltare il parere di tecnici ed esperti». Ma allora, come è possibile orientare il nostro futuro verso la conoscenza e il dibattito informato anziché verso l’ignoranza? «Non tutto è perso - spiega ancora la Shafik – Gli esperti possono ancora mettere in campo meccanismi per riguadagnare la propria credibilità: cioè possono imparare a comunicare meglio, ad essere più convincenti, trasparenti, a non utilizzare linguaggi burocratici o comunque inaccessibili alla moltitudine. Ciò non vuol dire che debbano adeguarsi a ciò che vuole sentirsi dire la gente, piuttosto devono mantenere un certo profilo di incertezza così da non creare facili illusioni che nel lungo periodo possano essere smentite».
E a tal proposito il moderatore Massimo Gaggi, giornalista del "Corriere della Sera", sottolinea come lo storytelling possa essere sì efficace nel diffondere la conoscenza, ma non a scapito della perdita di memoria. Il riferimento, ad esempio, è alle campagne anti vaccino dove l’opinione pubblica viene strumentalizzata sulla base di “principi intellettuali” prima ancora che scientifici (senza scordare le numerose bufale che appaiono e che sono apparse in passato anche su riviste di spessore scientifico,) ma ci si dimentica che fino a pochi decenni fa di queste malattie si moriva. Inoltre tecnici e politici devono imparare a gestire con più attenzione i confini dei rispettivi ruoli.
La Shakif in conclusione ha spiegato che è importante dare ai cittadini informati quegli strumenti dei quali hanno bisogno per distinguere la buona dalla cattiva informazione. Su internet, ad esempio, è fondamentale poter distinguere le fonti autorevoli da quelle non veritiere, anche attraverso certificazioni e codici etici, ed il controllo da parte di soggetti terzi ed indipendenti. Fondamentale poi è il ruolo del sistema dell’istruzione, perché è evidente che si è persa la capacità di insegnare il pensiero critico ai ragazzi. Così come ai cittadini il consiglio che la Shafik da è quello di partecipare al dibattito pubblico, di informarsi, di confrontare le voci, di pretendere dati e risposte da chi ha il dovere di darle: «Il Festival dell’Economia a Trento è un bellissimo esempio in tal senso di come sia possibile divulgare l’informazione economica alla collettività - ha detto rivolgendosi al direttore scientifico, Tito Boeri presente in sala - creando un importante momento di incontro tra pubblico ed esperti».
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