
Michele Grandolfo ha posto l’accento sull’importanza di promuovere le competenze delle persone quando si parla di salute. Questo vale anche durante la gravidanza e la nascita: “Nel contesto della nascita - ha spiegato Grandolfo – si ha un’interazione fra due competenze: quella di chi nasce e quella di chi fa nascere, mentre sempre più spesso siamo spinti ad affidarci ai cosiddetti esperti dimenticando l’importanza delle aree di competenza come quella che hanno in questo caso le ostetriche”.
Giuliana Mieli, autrice di un libro il cui titolo è esplicativo: “Il bambino non è un elettrodomestico”, ha evidenziato come: “Nell’eccessivo processo di medicalizzazione in atto si sta perdendo sempre più la relazione fra la madre e il bambino”. Noi nasciamo all’interno di una relazione simbiotica strettissima e la donna al momento del parto “sacrifica” il suo possesso della creatura che viene al mondo. Un bambino che, secondo Giuliana Miele, ha un continuo bisogno di relazioni con la genitorialità, che non si esaurisce certo con la nascita ma prosegue fino all’indipendenza del soggetto che crea poi il suo mondo fatto di scambio e reciprocità. “Non bisogna mai dimenticare – ha sottolineato la psicologa - che ogni essere umano nasce molto più impreparato alla vita di ogni altro mammifero e quindi ha bisogno di cure e attenzioni”. Cure e attenzioni che nella vorticosa società di oggi vengono sempre meno, dimenticando come il trascurare la qualità dell’ambiente relazionale in cui nasce e cresce un bambino ha inevitabilmente costi e ricadute sociali ed economiche.
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