In Trentino opera da tempo l’Agenzia della famiglia, sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento che in pochi anni ha allestito una vera e propria rete a favore della famiglia, con la creazione di 16 distretti territoriali, due distretti Family Audit e un Distretto tematico (educazione).
In Trentino, dal 2009 ad oggi, al progetto di Agenzia per la famiglia hanno aderito ben 770 organizzazioni, tra cui associazioni familiari, soggetti del Terzo Settore, enti pubblici e privati, imprese, comuni e comunità di valle. Sono i numeri di un fenomeno nato nel 2009 che si è diffuso velocemente in tutto il territorio provinciale raccogliendo la partecipazione attive di questi soggetti che hanno deciso di credere nella famiglia e di attivare azioni concrete per il suo benessere.
In occasione del primo meeting sui Distretti Family Audit e dell’accordo per la nascita del distretto di Trento - sottoscritto, come detto, tra Provincia autonoma, enti pubblici e associazioni - il presidente della Provincia è tornato a sottolineare l’importanza della famiglia: “In Trentino abbiamo sempre difeso la famiglia perché la consideriamo un elemento centrale di sviluppo della nostra società e un fattore che permette alle imprese di avere successo”. Da qui il sostegno della Provincia autonoma di Trento ad Agenzia della famiglia nelle attività di conciliazione tra mondo del lavoro e famiglia. Secondo il presidente della Provincia autonoma di Trento esistono le condizioni per interventi strutturali, duraturi nel tempo: la stabilità della finanza pubblica provinciali ed i risultati ottenuti sul campo in questi anni permettono oggi di valutare l’introduzione di misure continuative, quali il contributo sul secondo figlio o incentivi alle imprese che mettono in atto interventi virtuosi. “Abbiamo la necessità di alzare il tasso di natalità e, soprattutto, di affermare che la nascita di un figlio non rappresenta un problema, bensì un’opportunità”, ha concluso.
I Distretti Family Audit sono aziende che si raggruppano e si mettono in rete per il benessere dei propri dipendenti. Il Distretto Family Audit - secondo quanto affermato dai relatori del meeting - favorisce l'istituzione, il mantenimento e la diffusione di servizi interaziendali a favore della famiglia, in un contesto di attenzione ai temi di welfare territoriale per promuovere il benessere degli occupati di tutte le organizzazioni coinvolte. Le organizzazioni che aderiscono al Distretto, offrono ai propri dipendenti e collaboratori esterni servizi o soluzioni logistiche.
Lo standard Family Audit promuove un cambiamento culturale all'interno di aziende, enti ed associazioni, consentendo alle stesse di adottare delle politiche di gestione del personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie. La conciliazione vita-lavoro rappresenta non solo una questione etica, riconducibile alla responsabilità sociale dell’impresa, ma anche un obiettivo strategico di business aziendale.
“Per il successo delle organizzazioni - spiega Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia - le risorse umane rappresentano un valore cruciale. Per garantire la salute e il benessere delle persone, e al contempo lo sviluppo stesso dell’organizzazione, è importante mediare tra i bisogni della vita familiare e le esigenze della vita professionale. Il Distretto Family Audit costituisce dunque un ambito privilegiato, all’interno del quale le potenzialità e le prerogative dei singoli percorsi organizzati dalle aziende possono essere espresse con soluzioni innovative e di forte sviluppo per il territorio e per le comunità coinvolte”.
Il Distretto, agendo come modello di responsabilità sociale d’impresa, si qualifica come laboratorio di pensiero e di pratiche di crescita economica e di coesione sociale. Gli attori del Distretto Family Audit, operando in una logica di comuni interessi e di condivise metodologie, mutuano di fatto l’esperienza della rete e i valori propri dei Distretti Family, già molto diffusi nel territorio provinciale.
Al primo Meeting dei Distretti famiglia, organizzato all’Agenzia provinciale per la famiglia, ha partecipato anche Lucia Riboldi, presidente della rete di imprese Giunca (Lombardia), la prima rete italiana per il welfare aziendale: “In questi anni abbiamo affermato l’idea che mettere in rete le aziende determina un effetto moltiplicatore dei vantaggi. Noi lavoriamo sì dentro l’azienda ma soprattutto fuori, creando un network tra aziende che ci consente di erogare ai dipendenti servizi essenziali, quali i nidi, il welfare aziendale, mense, orari di lavoro a misura di famiglia e di persona”.