A distanza di due anni dall'ultima, profonda riorganizzazione interna, che ha comportato la riduzione dei dipartimenti a 10 (più la Direzione generale e l'Avvocatura), la struttura amministrativa della Provincia viene nuovamente interessata da una operazione di adeguamento dei propri assetti, con riguardo questa volta alle strutture di secondo e terzo livello, quindi Servizi e Uffici. Si tratta di un provvedimento necessario, concordato con le rappresentanze sindacali, che in particolare avvicina i numeri della struttura alle previsioni della normativa provinciale, che dispone una riduzione del 15% del numero dei Servizi e del 10% del numero degli Uffici entro il 31 dicembre 2014. Gli effetti maggiori si avranno peraltro nella "fase 2", quando partiranno i prepensionamenti.
L'intervento adatta inoltre le competenze tecniche al mutato quadro delle deleghe assessorili nella XV Legislatura, prevedendo anche alcuni spostamenti di servizi da un Dipartimento all'altro, attiva una fisiologica rotazione di figure dirigenziali, valorizza alcune figure di direttori, che vengono nominati sostituti-dirigenti.
La riorganizzazione in corso, ha sottolineato il presidente della Provincia, suggerisce l'opportunità di svolgere una riflessione sull'attualità delle vigenti modalità di selezione della classe dirigente provinciale, per individuare modalità in grado di far emergere non solo le competenze tecniche ma anche le capacità manageriali e di leadership della dirigenza, oggi fondamentali in un'organizzazione pubblica complessa e fortemente interrelata con la Comunità come l'amministrazione provinciale.
Ecco infine alcuni numeri, che danno un'idea solo parziale dei cambiamenti in corso, in quanto, come già detto, non sono ancora stati avviati i cambiamenti previsti in Finanziaria derivanti dal collocamento a riposo di alcune figure dirigenziali, in attesa dell'approvazione da parte del Governo:
- riduzione dei servizi da 56 a 54, derivante da 6 soppressioni e 4 nuove strutture (ma entro il 2014 dovranno scendere a 51);
- aumento degli incarichi dirigenziali da 22 a 25, derivante da 2 soppressioni e 5 nuove istituzioni;
- aumento dei sostituti dirigenti da 1 a 7, derivante da 1 soppressione e 7 nuove istituzioni (di cui 2 nella Sanità), attraverso la valorizzazione di altrettanti direttori (i cui Uffici vengono peraltro soppressi, per cui l'incidenza economica risulta pari alla differenza stipendiale);
- aumento degli uffici da 218 a 219, rispetto al limite massimo di 240 strutture attivabili.
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