Francesco Trebbi, professore di economia alla University of British Columbia, Vancouver School of Economics, attivo al NBER - National Bureau of Economic Research e al CIFAR - Canadian Institute for Advanced Research, ha spiegato chi siano i lobbisti. L'attività delle lobbies è un fenomeno indagato da tempo dagli studiosi di economia politica, ha ricordato nell'introduzione Carlo Ruzza, professore di sociologia politica all'Università di Trento, ma tante domande attendono ancora risposta. In che modo i lobbisti influenzano l'attività politica? Il lobbying va a scapito o a beneficio del bene comune?
Trebbi riferisce quanto la Lega Americana Lobbisti pubblica sul proprio sito: "Lobbismo rappresenta una componente legittima e necessaria del nostro processo politico democratico. Le decisioni del governo colpiscono sia le persone sia le organizzazioni e delle informazioni devono essere fornite al fine di produrre decisioni consapevoli". Comunque Trebbi ha puntualizzato: "Le esigenze informative di ogni membro del Congresso sono particolarmente severe. La Camera presenta più di 5 mila proposte di legge per ciclo congressuale (due anni). I lobbisti sostengono di fornire le informazioni necessarie alla valutazione di tali proposte, tuttavia nessuno nega ci siano distorsioni strategiche. Nel migliore dei casi, il lobbismo non comporta minacce, coercizione, compravendita di voti o corruzione. Tuttavia, molti economisti ritengono che questa sia la norma".
Trebbi si è poi concentrato sui punti di forza dei lobbisti. Le conoscenze personali – ha detto – sono fondamentali. Sono la vera ricchezza. "Se uno vuol sapere quanto distorsivo sia il lobbismo deve capire bene perché queste conoscenze personali siano così importanti. Purtroppo c'è ancora poca evidenza empirica su questo problema" ha concluso.
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