Sono stati molteplici gli spunti e gli stimoli emersi questa mattina all'appuntamento organizzato della Provincia in occasione delle iniziative per il Giorno della Memoria. Quasi 800 studenti trentini con attenzione hanno ascoltato l’attore, drammaturgo, scrittore e musicista Moni Ovadia, discendente da famiglia ebraica sefardita.
Filo conduttore il tema della memoria. "La memoria non è per il passato, ma serve per l'oggi" ha detto Ovadia. "La memoria è anche uno strumento ideologico. In Italia dobbiamo uscire dalla retorica e soprattutto avere il coraggio di riconoscere gli errori individuali e collettivi".
"Trovo intollerabile distinguere tra vittime - ha spiegato agli studenti Moni Ovadia -. Non furono solo gli ebrei martiri del nazismo, ma anche rom e sinti, antifascisti, slavi, soldati italiani, testimoni di Geova. Ciò che viene fatto da un uomo contro un uomo deve rientrare nel progetto della memoria. Io cerco di vedere le tragedie di tutte le popolazioni. Tutto deve entrare nella memoria, soprattutto la sofferenza degli esseri umani. Dobbiamo costruire un'identità di pace collettiva".
Al momento delle domande del pubblico è esplosa la "scintilla" e quel racconto si è trasformato in un vero e proprio dialogo. Si sono così susseguite le domande da parte degli studenti e interrogativi sulla "responsabilità" e sul "cosa posso fare io oggi".
Quindi l'invito di Ovadia ai giovani: "Prima di essere qualsiasi cosa io sono un essere umano. Dobbiamo custodire e proteggere la dignità dell'essere umano. Dobbiamo tenerci d'occhio. Non siamo al riparo assolutamente dai pericoli e uno dei più grandi è la retorica. Quindi ragazzi informatevi, approfondite le questioni. Fate la vostra parte scegliendo il campo d'azione dove agire in base alle vostre sensibilità. Costruiamo insieme una società vigile e attenta". (gz)
Immagini e intervista a Moni Ovadia a cura dell'Ufficio stampa