Nel corso della mattinata di lavori Patrick Eheim, projet manager del progetto EaSI-MASP-master parenting Work and family, che vede come ente capofila il Comune di Milano, ha spiegato questo progetto innovativo. Attraverso il ripensamento dei servizi in un'ottica di integrazione, il progetto si articola in una collaborazione tra pubblico e privato per sperimentare nuove forme di bilanciamento vita-lavor, e nella “Settimana lavoro agile”, che va nella direzione di una più equa suddivisione dei compiti genitoriali. Quindi Francesca Petrossi, della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche della Famiglia, ha ricordato come la Presidenza collabori ormai da dieci anni l'Agenzia provinciale della famiglia. Il tema della demografia – ha concluso Petrossi - ci interpella con urgenza e il Dipartimento vuole essere un canale privilegiato per ascoltare le richieste, rilanciare Family Audit, promuoverlo su territori regionali e soprattutto continuare a collaborare con Trento".
L'intervento di Luciano Hinna, professore ordinario di Economia aziendale all'Università Tor Vergata Roma e da sempre impegnato sul benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni, aveva per titolo “Innovazione nella pubblica amministrazione: la certificazione Family Audit”. Partendo dalla definizione dei pilastri dell'Auditing ha invitato a riflettere come il benessere organizzativo stia cambiando e continuerà a cambiare. "Il Family Audit è un punto d'arrivo per qualcuno ma per altri è un punto di partenza".
A chiudere la sessione del mattino è stata Elena Macchioni, assistant professor all'Università di Bologna - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, “amica” fin dalla prima edizione del Festival. Nella sua relazione: “Le aziende certificate Family Audit e la sfida della denatalità: strumenti, pratiche, impatti” ha dimostrato come esista un gap tra figli reali e figli desiderati. A Trento la natalità è di 1,4 figli, a Bolzano di 1,7: i sondaggi indicano che la maggior parte delle famiglie vorrebbe il secondo figlio, ma per varie ragioni questo non è conciliabile. Proprio questi dati positivi rispetto alla natalità nazionale, comunque, dimostrano come sia possibile uno sguardo positivo sul futuro. Soprattutto nelle regioni del Nord – e il riferimento va anche ai Paesi scandinavi – c'è correlazione tra numero di figli e partecipazione al lavoro da parte delle donne, e questo perché esistono politiche di conciliazione vita/famiglia/lavoro come il Family Audit. Due dunque le parole chiave per guardare al futuro nell'organizzazione del lavoro: “territorio”, come contesto capace di moltiplicare le risorse comuni necessarie al funzionamento di ciascuno e di tutti gli attori coinvolti, e “tempo”, il suo fluire in una determinata organizzazione sociale.
Quindi il via ai tavoli che, rispetto alla scorsa edizione, non sono stati organizzati per gruppi rispetto al tipo di misure intraprese, ma per Tavoli uniformi in termini di settore, per progettare il futuro con basi comuni. I Tavoli sono stati così condotti, e non semplicemente coordinati, da esperti di settore, che hanno lavorato assieme ai partecipanti; questi i diversi tavoli: industria coordinato da Carlo Benedetti, consulente del lavoro; pubblico, coordinato da Stefania Allegretti, direttrice del Servizio provinciale per il personale; cooperazione sociale con Sara Rago, coordinatrice dell'area ricerca per Aiccon; servizi con Giannina Montaruli di Confcommercio imprese; Apsp con Massimo Giordano, direttore generale Unione Provinciale - Istituzione per l'Assistenza (U.P.I.P.A).
La presente pubblicazione ha ricevuto un sostegno finanziario dal programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale "EaSI" (2014-2020).
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Riprese, immagini e intervista (prof. Luciano Hinna) a cura dell'Ufficio Stampa