Il manager territoriale è il nuovo profilo professionale, individuato dall’Agenzia provinciale per la famiglia, per lavorare in rete nell’ambito delle politiche giovanili, familiari e di sviluppo di comunità. “La figura professionale - spiega Linda Pisani - progetta e organizza azioni integrate sul territorio e promuove il lavoro di rete tra i diversi attori presenti, al fine di rendere protagonista e valorizzare la comunità”.
Ad oggi sono 47 i manager territoriali certificati, presenti in larga parte sul territorio del Trentino che ancora una volta si propone a livello nazionale quale laboratorio per lo sviluppo di politiche innovative e nuovi profili lavorativi. Il modello trentino, nato nel 2018 e unico in Italia, ha già suscitato l’interesse di altre regioni e province italiane, ad esempio Bolzano, che nei prossimi mesi lo adotteranno. Ad occuparsi del percorso di validazione e certificazione delle competenze dei manager territoriali è la Fondazione Franco Demarchi.
La certificazione vuole essere, innanzitutto, il riconoscimento e la valorizzazione dell’esperienza degli operatori territoriali che agiscono in Trentino nell’ambito delle politiche giovanili e familiari. “Il profilo professionale di manager territoriale - spiega Lara Deflorian, referente del percorso di validazione per i manager territoriali della Fondazione Demarchi - è stato inserito due anni fa nel repertorio provinciale delle qualificazioni professionali, valido su tutto il territorio nazionale ed è certificabile attraverso il riconoscimento di competenze derivanti da esperienze non formali e informali”.
I percorsi di certificazione abbracciano un modello innovativo di crescita territoriale e si fondano sul diritto di ciascuna persona di vedere riconosciute le proprie competenze a prescindere dal contesto in cui esse sono state maturate. Le competenze validabili e poi successivamente certificabili sono tutte quelle che le persone acquisiscono in contesti non solo scolastici, ma anche e soprattutto nei contesti lavorativi e in generale, attraverso tutte le proprie esperienze di vita.
“In generale - aggiunge Deflorian - l’obiettivo della certificazione delle competenze ha un valore istituzionale e sociale, ma è importante sottolineare che rappresenta, secondo la normativa nazionale, un diritto di ogni cittadina e di ogni cittadino e un dovere civico delle istituzioni”.
“I manager territoriali - sottolinea Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia per la famiglia - sono figure trasversali che, tra le competenze, hanno anche la capacità di generare capitale relazionale strategico e funzionale rispetto allo sviluppo della comunità, ai programmi dei Distretti Famiglia e piani Giovani di zona e ambito. Compito dei Manager territoriali è quello di essere generativi, delineare nuove opportunità, alimentare quella ‘ragnatela’ che non cattura ma che, al contrario, crea vantaggi inediti e moltiplica il capitale relazionale”. I manager territoriali sono dunque facilitatori, innovatori, coloro che nella comunità uniscono soggetti diversi a vantaggio di tutti e capitalizzano le migliori risorse nei giovani e nelle associazioni per sviluppare progetti di innovazione. I nuovi manager hanno un ruolo di figura tecnica di supporto all’istituzione e ciò garantisce continuità nelle politiche e nelle pianificazioni territoriali.
Nel libro “Manager territoriale. Guida alla certificazione delle competenze”, sono contenuti i dettagli tecnici di questo percorso di accompagnamento e dà conto delle politiche e delle visioni che hanno portato ai processi virtuosi di innovazione territoriale. La pubblicazione, attesa per i prossimi mesi, fornisce dettagli utili a coloro che intendono diventare Manager territoriale. “Perché è importante diventarlo”, aggiunge la coautrice Linda Pisani.
Oltre al percorso di certificazione, il volume raccoglierà le storie di chi è diventato manager territoriale, per scelta, per caso, per necessità, per curiosità. Sono mondi diversi, ci sono percorsi diversi, età diverse, ma tutte le interviste hanno un denominatore comune: la sorpresa e lo stupore di scoprire quante cose sappiamo fare e facciamo, senza neanche rendercene conto.
“La certificazione - conclude Linda Pisani - serve a favorire lo sviluppo della comunità, del senso di appartenenza del territorio. Un territorio, se vuole crescere e guardare al futuro, imparando dal passato, deve coltivare eccellenze professionali, in grado di dare risposte ai nuovi bisogni dei cittadini. Ed il manager territoriale è la nostra risposta”.