L'evento proposto quest'oggi sulle Pale di San Martino per il festival I Suoni delle Dolomiti è stato un grande concerto di musica classica, con un interprete di caratura mondiale come Mischa Maisky. Eppure per dare conto di quello che è accaduto si deve parlare anche di altro. Anzitutto delle rocce delle Pale di San Martino che, pensando a Buzzati, passavano da una presenza reale e materica ad una sfuggente e fatta della stessa materia dei sogni e delle nubi. Impressionante l'onda pietrificata alla spalle della location scelta per l'esibizione che ha richiamato alla memoria l'immagine di un oceano primordiale fermato come in un fotogramma scattato milioni di anni fa.
Bisogna parlare anche delle centinaia di appassionati di ogni età saliti ai duemila e cinquecento metri del rifugio Rosetta "G. Pedrotti" e anche dei giovani e giovanissimi che prima e dopo il concerto si sono avvicinati al maestro lettone con il proprio spartito di Bach da farsi autografare.
Una ghiotta occasione per tutti, perché Maisky è, assieme a Mario Brunello, uno dei massimi esperti sul grande compositore tedesco. E le attese non sono state certo deluse con il violoncellista che si è cimentato con due delle Suite di Johann Sebastian Bach: la terza e la quinta.
Maisky l'aveva già dichiarato "Bach è perfetto per un evento del genere. La sua musica si adatta ad ogni contesto ambientale", ma probabilmente non si aspettava di ritrovarsi tra immense architetture di pietra e la sua espressione stupita e ammirata è stata più loquace di un intero discorso. Poi è arrivato il tempo della musica con i sette movimenti delle due Suite, seguite in grande silenzio e attentamente da tutti i presenti. E se c'è una cosa che la musica di Bach riesce a trasmettere a chiunque si trovi ad ascoltarla nei pressi delle vette è la sua capacità di farsi tutt'una con le mille altezze e profondità, le conche, le vallette e le pareti verticali. Probabilmente molti dei presenti porteranno con sé oltre al ricordo della musica anche quello della chioma bianca e fluente del maestro, la sua aria concentrata, l'immagine dell'archetto che si muove veloce.
Ma forse, tornati a valle, penseranno anche alle nubi basse e leggere che volavano velocemente tra le cime e l'altopiano petroso seguendone la morfologia. Proprio loro così sfuggenti eppure capaci di percorrere ogni cosa sono l'immagine delle tante variazioni della musica eseguita da Maisky con i passaggi pensosi e i ritmi che poi irrompevano sulle corde, i tratti più ardui che poi si facevano leggeri, la danza che si contrapponeva alla pace e una tensione continua che parla dell'uomo, del suo cercare e del suo sentirsi uno col mondo.
Gli applausi sono stati davvero molti tanto che il maestro ha voluto regalare un altro preludio - sempre di Bach - a tutto il pubblico.
Le immagini video del concerto saranno disponibili in serata sulla piattaforma www.broadcaster.it