I due chitarristi hanno infatti regalato musica intensa, che ha richiesto una certa attitudine all'ascolto e che il pubblico, oltre mille i presenti, ha seguito con grande attenzione e silenzio. Sembrava quasi di trovarsi in una sala da concerto a cielo aperto. Ed è stato chiaro fin da subito che i presenti non avrebbero voluto perdere nemmeno una nota tra quelle proposte dal grande virtuoso della chitarra e dal suo sodale. Si sono mossi tra sonorità di diversa provenienza, in un dialogo a due molto serrato, segno di una complicità musicale di lunga data. Suoni latini, virtuosismi, fraseggi dal forte sapore mediterraneo, accenni di Argentina e Sudamerica, di Italia, inserti di tango e flamenco, oltre a immancabili passaggi di fusion. Il tutto sciolto in un tutt'uno originale e nuovo.
Come l'iniziale "Infinite Desire" e la successiva "Siberiana", che già anche solo dai titoli testimoniano l'ampiezza di sguardo che caratterizza l'ispirazione di Di Meola. Con "Misterio" è stato lo stesso chitarrista – che tutti ricordano per l'incredibile avventura con Paco de Lucia e John McLaughlin - a svelare alcune sue fonti di ispirazione come, ad esempio, il napoletano Pino Daniele. La capacità straordinaria sua e di Peo Alfonsi di scivolare con grande naturalezza tra ritmi diversi e mondi diversi ha preso letteralmente il volo in "Fireflies" dall'inizio sognante e malinconico, rotto da lunghi e velocissimi assoli. Con "Michelangelo's 7th Child" la musica si è fatta anche memoria quando Di Meola ha raccontato che il brano era un omaggio al padre, proveniente da una famiglia numerosa, originaria di Benevento in Italia.
Prima della fine si è potuto apprezzare anche un brano solista come "Shaking de Spirits" e i trascinanti "Brave New World", "Torquoise", "Bona" e "Mediterranean Sundance".
Concentrato sulla musica e sullo strumento, Di Meola ha rotto raramente l'atmosfera di grande concentrazione in cui lui, Peo Alfonsi e il pubblico si sono calati, ma quando l'ha fatto ha immediatamente ottenuto come risposta le ovazioni di tutti i presenti: un piccolo gioco verbale in cui ha parlato con le nuvole pregandole di non portare pioggia, il bis negato a meno che non fosse composto da almeno due o più brani. Il tutto ha svelato un musicista schivo eppure capace di instaurare un legame particolare e forte con l'ascoltatore.
Per salutare tutti Di Meola e Alfonsi si sono infine lanciati – accompagnati dagli applausi – in una originale composizione dedicata alle montagne e intitolata "Dolomiti's Sundance". Poi, tutti si sono messi ordinatamente in fila – una lunga fila – per complimentarsi e farsi autografare il cd preferito.
Info: www.isuonidelledolomiti.it -