Venerdì, 19 Ottobre 2012 - 02:00 Comunicato 3216

La riorganizzazione del servizio in un atto approvato stamane dalla Giunta provinciale
MEDIAZIONE FAMILIARE: LE COMUNITÀ SCENDONO IN CAMPO

Prevenire, o quantomeno riuscire a gestire la conflittualità distruttiva che spesso accompagna le coppie di genitori con figli che decidono di separarsi o divorziare è l'obiettivo del servizio di mediazione familiare, il cui primo scopo è quello di promuovere il benessere e la qualità della vita dei figli, salvaguardando i loro rapporti affettivi con entrambi i genitori. Con una delibera firmata dall'assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha provveduto oggi ad approvare un atto con il quale si riorganizza il servizio, definendo il ruolo che dovranno avere le Comunità.-

Con il provvedimento approvato stamane, si riorganizza il servizio di mediazione familiare sul territorio provinciale prevedendo una forte sinergia tra la Provincia e gli enti locali con la finalità di dare impulso alla mediazione familiare quale valido strumento di gestione e prevenzione della conflittualità tra genitori in via di separazione o divorzio.
Nello specifico viene stabilito che il servizio di "mediazione familiare" è svolto ora dalla Provincia e dagli enti locali (Comunità di Valle e Territorio Val d'Adige), direttamente in regime di cogestione. Ciò allo scopo di dare adeguata risposta ai bisogni delle coppie di genitori che si trovano ad affrontare la crisi del loro matrimonio o della loro convivenza, la separazione o il divorzio e che risultano sempre più numerose nella nostra provincia.
Dai dati statistici risulta infatti che in provincia di Trento su un totale di 1658 matrimonio civili e religiosi celebrati nel 2009 sono stati oltre 1400 i procedimenti di separazione e i divorzi (0,4% in più rispetto al dato nazionale); dal 2000 al 2010 nel solo comune di Trento le separazioni sono aumentate del 63,9%. Secondo l'ISTAT nel 2010 in Trentino ci sono state 579 separazioni. Di qui la necessità di rafforzare l'attenzione sulla mediazione familiare per tutelare in primo luogo i diritti dei figli minori di poter contare sulla presenza di genitori responsabili, valorizzati nella loro genitorialità attraverso un percorso di mediazione familiare che li aiuta a gestire la conflittualità e a renderli protagonisti della crescita armonica ed equilibrata dei loro figli.

Il nuovo modello organizzativo del servizio di mediazione familiare prevede che alla Provincia sia riservato principalmente un ruolo di promozione e informazione, accanto alla formazione del personale dedicato attraverso un apposito Gruppo di coordinamento dei mediatori familiari. La stessa Provincia eroga per altro direttamente il servizio attraverso propri mediatori presso il Servizio Politiche sociali, accanto all'attività svolta in questo campo dall'Associazione laica famiglie in difficoltà (Alfid) e dagli Enti locali. Alle Comunità spetta il compito di favorire, con risorse umane e finanziarie proprie, lo sviluppo della mediazione familiare presso le sedi territoriali e i Punti informativi operanti nei Tribunali di Trento e Rovereto, la presa in carico delle richieste di mediazione familiare provenienti dai cittadini residenti nel proprio territorio, nonché la partecipazione al Gruppo di coordinamento, avente funzioni consultive e propositive, dei mediatori familiari ed al Tavolo interistituzionale sulla mediazione, composto dal dirigente del Servizio politiche sociali e dai responsabili dei servizi socio assistenziali delle Comunità al quale sono affidate funzioni di programmazione, monitoraggio e validazione delle proposte presentate dal Gruppo dei mediatori.
Qualora siano impossibilitate a garantire il livello essenziale del servizio per carenza di proprio personale specificamente formato, le Comunità potranno affidare, con oneri a proprio carico, il servizio di mediazione ad organizzazioni del terzo settore, a mediatori familiari libero professionisti abilitati, oppure richiedere al Servizio provinciale competente di potersi avvalere di personale dipendente provinciale, riconoscendo un costo per ogni ora di attività frontale. (cz) -