Personalità eclettica, studioso, saggista, uomo politico, pittore dilettante e collezionista, Luigi de Campi, nato a Cles nel 1846 e deceduto a Losanna nel 1917, fu uno dei protagonisti dell’ambiente culturale del suo tempo. Esponente politico di primo piano in rappresentanza delle istanze trentine e adriatiche al Parlamento dell’Impero asburgico, fu anche tutore del patrimonio monumentale a livello territoriale. Archeologo e appassionato cultore di storia locale, gli va riconosciuto il merito di avere contribuito allo sviluppo della ricerca con un approccio metodologico aggiornato, come dimostrano le sue pubblicazioni e le testimonianze d’archivio, tuttora di grande utilità.
Il volume, che accoglie i contributi di dieci autori di diversa formazione e vocazione, fornisce un quadro aggiornato delle conoscenze a nostra disposizione sulle indagini archeologiche e sulle azioni di tutela dei beni culturali intraprese dallo studioso tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della Prima guerra mondiale, anche in qualità di corrispondente e poi conservatore della imperial regia Commissione Centrale per la conservazione dei monumenti di Vienna. La pubblicazione contiene inoltre importanti approfondimenti sulla famiglia dell’archeologo clesiano e sulla sua attività politica nella veste di deputato alla Dieta provinciale del Tirolo e al Parlamento dell’Impero.
Come sottolineato dal soprintendente Franco Marzatico nella presentazione del volume: “Rivolgere oggi uno sguardo retrospettivo a questo pioniere dell’archeologia dell’area alpina rappresenta un’importante occasione sia per prendere coscienza dei progressi compiuti dalla disciplina in quel lasso di tempo, sia per interrogarsi sulle tensioni ideologiche e politiche che sfociarono nella tragedia della Grande Guerra.”
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