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Sulla Flat Tax, su cui lo sollecita De Bortoli, Visco dà un’opinione tecnica: “Sono quasi 50 anni che c’è bisogno di una revisione del sistema imposte. La progressività del sistema fiscale va bene, ma un’imposta proporzionale anziché progressiva va accompagnata da correttivi e poi va affrontato soprattutto il problema dell’evasione”. Sullo stato economico attuale dell’Italia il governatore offre una panoramica realistica: il Paese invecchia, rischia di diminuire la crescita interna, anche se abbiamo recuperato quote di mercato internazionali, abbiamo prospettive poco elevate. La manifattura tradizionale sta andando nella direzione di una digitalizzazione ed una informatizzazione, ci vogliono investimenti in questo settore e la capacità di usare le conoscenza in modo diverso. “Le riforme strutturali devono far crescere le imprese e serve un capitale umano migliore” dice Visco.
In prospettiva europea, il suo parere è che l’Italia sia molto integrata: “Il mercato europeo è importante per le nostre imprese e ci sono stati progressi straordinari nell’unità, ma si è persa memoria delle ragioni fondamentali dell’integrazione: la pace è l’elemento cruciale per garantire il benessere”. Anziché partire dall’unione politica, per Visco si è partiti da accordi commerciali e i passi che dovevano essere fatti dopo la creazione della moneta unica non sono stati fatti. “Oggi il problema sono le forze che possono rallentare i processi d’integrazione, che vedono nell’unione un problema per le nostre capacità di crescita” ribadisce il governatore: “C’è necessità di accompagnare la politica monetaria unica con una politica economica unitaria. Non si possono attribuire all’Europa problemi dovuti ad altri fattori, e cioè la nostra lentezza”.
In Italia, a differenza degli altri Paesi, continua Visco, il tasso d’interesse supera il tasso di crescita dell’economia, ma bisogna evitare di risolvere problemi creando sfiducia. Su questo giocano un ruolo decisivo la stampa e i social media; c’è necessità di occuparsi di temi realmente cruciali, perché alcuni problemi strutturali del nostro Paese colpiscono purtroppo meno di altri. “Serve credibilità, è un problema di dialogo, c’è forte sfiducia in Europa fra i Paesi stessi. Le elezioni europee sono un grande momento di democrazia, al momento in cui inizierà ad operare un nuovo governo europeo ci saranno temi su cui lavorare” dice ancora Visco. Ma l’Italia è in grado di pagare i debiti? Sicuramente, secondo il governatore, perché l’Italia ha molti punti di forza, fra cui la capacità di crescita e di competere e un’alta capacità di risparmio. Siamo però un Paese dove il tasso di partecipazione al lavoro è basso, specialmente per l’occupazione femminile. Sulle banche l’opinione è che l’Italia sia un Paese bancocentrico, “È un problema comune in Europa avere credito prodotto sostanzialmente dal canale bancario” dice Visco. “Manca la capacità di investire in progetti innovativi, che necessitano di forti capacità imprenditoriali. Se fallisce una banca il rischio è che il giorno dopo ne fallisca un’altra, perciò è importante prevedere l’esistenza di un fondo che intervenga quando c’è una banca in difficoltà, per evitare che il suo rischio si trasferisca ad altri”.