Introdotta da Eleonora Broccardo, professoressa associata del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento, Laura Parisi ha subito puntato sui dati relativi ai cambiamenti climatici.
“E’ vero che durante la storia abbiamo assistito a mutamenti climatici, ma quelli di oggi sono totalmente fuori scala: l’aumento di CO2 e il tasso di crescita della temperatura ad essa correlato non ha precedenti storici. Ed è evidente come questo sia il risultato dell’attività umana. Combattere i cambiamenti climatici richiede azioni immediate come quelle stabilite dagli accordi di Parigi del 2015 che ambiscono a rafforzare una risposta globale. In base a queste politiche – ha evidenziato la Parisi – ci sono due scenari: un mondo surriscaldato, con un aumento delle catastrofi, oppure una transizione decisa verso un’economia sostenibile con politiche in grado di raggiungere gli accordi di Parigi”.
Mitigare i cambiamenti climatici con una sostanziale inversione di rotta nell’ammissione di CO2 è ancora possibile, ma la finestra per poter intervenire si sta chiudendo ed è fondamentale un’inversione di rotta entro il 2030 perché si tratta di fenomeno irreversibili. Ci vuole un’azione immediata per portare ad un azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050 anche per il suo impatto economico dato da fenomeno catastrofici. Mitigare i cambiamenti climatici ovviamente comporta dei costi, ma i vantaggi sarebbero enormi.
“Investire 2 punti di Pil mondiale all’anno nei prossimi trent’anni – ha sottolineato Laura Parisi – eviterebbe la perdita potenziale di 24 punti di Pil globale entro la fine del secolo. Questo senza dimenticare l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore bancario”.
In questo quadro si inerisce l’azione della Bce che secondo il suo mandato deve promuovere uno sviluppo sostenibile ed una tutela della qualità dell’ambiente in cui i cittadini europei vivono. Un impegno che passa anche attraverso una supervisione bancaria, che prevede un dialogo con gli istituti di credito per aumentare la consapevolezza dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici, e una politica monetaria attraverso l’investimento in green bonds come parte del programma di acquisto titoli. Importante, infine l’azione del Network for Greening the Financial System, un network di Banche Centrali, che affronta le ricadute sull’economia del climate change.
“Il suo obiettivo – ha sottolineato la Parisi – è quello di rafforzare la risposta globale verso gli accordi di Parigi ed il ruolo del settore finanziario per mitigare e affrontare i rischi in corso, ma anche di mobilizzare capitale per investimenti “verdi”e a bassa emissione nel cotesto di uno sviluppo economico sempre più ecosostenibile”.