Le basi fondanti del nuovo progetto sono rinvenibili nei principi ispiratori del Programma di sviluppo provinciale e del percorso degli Stati Generali della Montagna oltre che delle politiche inerenti la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile e la Strategia provinciale di Specializzazione Intelligente, recentemente approvate dall’Amministrazione provinciale.
La Provincia autonoma di Trento ha iniziato a sperimentare forme di lavoro a distanza e agile fin dal 2012, riconosciute come “buone pratiche” a livello nazionale. A queste esperienze si sono sommati naturalmente quest’anno gli impatti del Covid-19, che hanno accelerato la sperimentazione del “lavoro remoto”. Da qui è possibile ripartire, per investire su questa nuova modalità di lavoro, sia presso i datori di lavoro pubblici che privati, posto che il processo sembra ormai ineluttabile, e quindi va compreso e indirizzato, tenendo conto di tutte le variabili che questo può comportare non solo a livello organizzativo ma anche socio-economico.
Rispetto al normale “telelavoro”, che prevede semplicemente l’esecuzione di un lavoro in una sede diversa rispetto a quella aziendale, grazie all’utilizzo degli strumenti informatici, nel “lavoro agile” il dipendente svolge la propria attività fuori dall’azienda ma, in accordo con il datore di lavoro, può farlo in piena autonomia i tempi e il luogo di lavoro, senza necessariamente una postazione fissa. Un modo di lavorare orientato agli obiettivi, dunque, flessibile e responsabilizzante.
Ed è proprio dal lavoro agile - constatato quanto il lavoro cambi i modi di vivere delle persone e della collettività - che si può promuovere un cambiamento anche nei paradigmi socio-economici dei territori, quindi in questo caso del Trentino (ad esempio nei campi della mobilità, della valorizzazione della montagna e delle periferie, e come dicevamo della sua stessa attrattività). La valenza territoriale del progetto è data dal coinvolgimento, già iniziato nella fase preliminare all’adozione definitiva, dei portatori di interesse datoriali sia del sistema pubblico che di quello privato e delle organizzazioni sindacali.
Il Piano strategico che vedrà la luce nel primo semestre del 2021 cercherà di individuare nei tre ambiti principali: “Personale e organizzazione”, “Trasformazione digitale” e “Logistica e spazi fisici”, fattori minimi comuni che possono costituire la base di partenza per l’applicazione del lavoro agile nelle organizzazioni pubbliche e private territoriali. Questi standard saranno individuati grazie al lavoro di specifici Tavoli che vedranno coinvolti tutti gli stakeholder, mirando ad una proficua contaminazione anche tra realtà pubblica e privata.
L’elaborazione del Piano strategico è stato affidato dalla Giunta a Luca Comper, Dirigente generale dell’Umst Affari generali della Presidenza, segreteria della Giunta e trasparenza.