Ponendo la questione dell'industria farmaceutica, i cui ritrovati hanno spesso cambiato la vita della gente, Remuzzi ne ha riconosciuto i meriti, pur ritenendo fondamentale che affronti le proprie responsabilità, creando versioni diverse di farmaci che possano curare malattie importanti, come l'epatite C, a costi accessibili. Ha poi richiamato tutti alla responsabilità personale: risolvere i problemi di salute ha un costo e quello che ciascuno fa si riflette sugli altri. I principali fattori di rischio, come l'ipertensione, il sovrappeso, il fumo potrebbero essere ridotti al minimo grazie a migliori scelte individuali, come ridurre le calorie e muoversi di più. A livello di gestione sanitaria sarebbe invece necessario eliminare interventi inutili, per evitare gli sprechi e rimborsare soltanto ciò per cui ha efficacia. La salute è un'impresa; sembra un paradosso, ma l'ospedale pubblico, pur dovendo essere in attivo, non deve lavorare per aumentare il fatturato, come uno privato, ma per garantire le cure a costi ridotti. Le disuguaglianze esistono ed esistono persone ricchissime che hanno tutto il diritto di spendere per le migliori cure - tanto che oggi anche in Italia si assiste ad un "turismo sanitario" che cerca i servizi di qualità nelle nostre cliniche - ma allo stesso tempo è necessario mantenere un servizio pubblico valido per tutti. Una soluzione potrebbe essere integrare con il privato laddove il pubblico non arriva. Remuzzi è stato poi molto critico con il sistema attuale, che permette l'esercizio della professione intramoenia ai medici: chi vuol esercitare in privato dovrebbe farlo non gravando sul sistema pubblico. Il nocciolo della questione è dunque è una public policy adeguata, perché il sistema della salute, ha evidenziato Remuzzi, contribuisce anche alla crescita economica di un Paese, aumenta la sicurezza, la stabilità sociale, persino il lavoro, dato che per ogni medico assunto c'è necessità di persone in più nell'amministrazione e nella gestione della sanità. La gente possiede, su questo, uno strumento potentissimo, ha concluso il professore: la possibilità di chiedere a gran voce ciò che è giusto e di influenzare le decisioni dei politici, avendo idee chiare e soprattutto accesso alle informazioni.
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