Abbiamo l’abitudine di chiedere ai figli: hai mangiato?, hai fatto i compiti? ma d’ora in poi i genitori dovranno aggiungere a queste domande rituali anche altre del tipo “come va su whatsapp?, hai trovato nuovi amici in facebook? Hai pubblicato nuove foto in Instagram?”. Questa la conclusione cui è giunto il Safer Internet Month che oggi ha visto l’evento conclusivo all’Auditorium Santa Chiara di Trento. L’edizione di quest’anno è stata utile per svariati motivi, in primis per aver attivato il progetto pilota di un percorso formativo per genitori e figli per conoscere meglio il web e i suoi rischi. In secondo luogo, perché si è giunti a capire che i genitori devono avere maggior consapevolezza dei social e di come siano usati dai loro figli. Seguire un corso di formazione è utile, inoltre, per i genitori per entrare nel loro mondo e farli sentire seguiti e difesi, in caso di necessità, dalle loro famiglie.
L’evento è cominciato con la presentazione del libro “Finali Possibili”: autrici e autori sono stati 37 ragazze e ragazzi di scuola media, precisamente delle classi 3^A e 3^B dell’Istituto Comprensivo Valle dei Laghi – Dro. Tutto è nato grazie al progetto “Safer Internet Month 2017” dedicato all’uso consapevole delle nuove tecnologie durante il quale gli alunni hanno intrapreso un percorso di riflessione sull’uso corretto della Rete nonché sui pericoli che essa nasconde. Nell’ambito del percorso gli studenti hanno letto collettivamente il libro “L’Amico Gentile” di Viviana Lupi che narra la storia di un bambino del futuro in una città dove tutto è connesso a Internet. In seguito, gli alunni sono risultati vincitori di una gara provinciale sulla conoscenza del testo, ottenendo in premio di scrivere un libro tutto loro – dal titolo “Finali possibili” - con diversi finali possibili del romanzo, nati dalla loro fantasia. “Un libro fresco, istintivo, sono stati molto bravi” ha detto l’insegnante che li ha seguiti. E’ intervenuta anche Viviana Lupi: “è stata una grande emozione e una grande sorpresa. Ho iniziato a leggerlo con tanta curiosità e dopo un po' ho dimenticato di essere l’autrice e il libro mi ha catturata. Questi giovani sono dei veri scrittori in erba ed hanno una creatività senza limite. Martino, uno dei co-autori ha detto “è stata una bella esperienza e ci siamo divertiti. Abbiamo potuto capire che internet è un’arma a doppio taglio e su questo dobbiamo riflettere e prendere consapevolezza.”
Ha preso poi la parola Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, natalità e politiche giovanili che ha ideato il percorso della Digital family responsability. “Come Agenzia riserviamo da anni un’attenzione particolare ai giovani che hanno un facile approccio alle tecnologie, fin troppo semplicistico. Il problema sono le famiglie, spesso a digiuno sulla materia. L’idea ora è di creare una patente informatica, sullo stile dell’ECDL per i genitori.” Presenti oggi anche Nicoletta Zanetti del Dipartimento conoscenza della Provincia partner del progetto e membro della Cabina di regia della ‘cittadinanza difgitale’ e il Difensore civico Daniela Longo.
Poi la parola è stata data al percorso formativo “Digital family responsability” coordinato dall’Agenzia per la famiglia con la squadra di psicologi del “Team Navigare a vista”. La sua esponente, Giulia Tomasi è intervenuta sul palco: “il percorso per le famiglie è nato da un bisogno di unire le generazioni. Finora gli interventi erano settoriali e divisi tra genitori e figli e dunque mancava il momento per il confronto e il dialogo.” Il dirigente del Marie Curie, Paolo Chincarini, ha aggiunto: “12 famiglie del nostro Istituto hanno aderito, si sono messe in gioco alle sei e mezza di sera assieme ai loro figli. Vorrei ringraziare l’Agenzia per la famiglia per questa opportunità a cui abbiamo aderito senza esitazione. La scuola non può esimersi di affrontare l’emergenza sociale del momento anche visto il ruolo educativo che riveste: il cyber bullismo sta avandanzo con dati preoccupanti. Una triangolazione studenti-famiglia-scuola era necessaria.”
Abbiamo intervistato genitori e figli dell’Istituto Marie Curie di Pergine ed ecco quanto emerso dopo i primi incontri durante il mese di febbraio. I genitori hanno portato a casa competenze e conoscenze inaspettate, qualche esempio: “la scoperta che si può limitare l’uso di internet con apposite app”; “maggiori informazioni sul mondo digitale: social, videogiochi e internet”; “ho approfondito il bullismo/cyberbullismo e le modalità per riconoscerlo e cercare di combatterlo”, “migliore comprensione dei social utilizzati dai ragazzi e loro potenzialità e rischi”. Alla domanda “su cosa l’ha interessata e coinvolta durante il corso?”, hanno risposto: le simulazioni su fatti realmente accaduti e “condividere le esperienze dei genitori che hanno conosciuto da vicino casi di bullismo: sono importanti per capire meglio le dinamiche”. La maggior parte di loro ripeterebbe il corso anche il prossimo anno e valuta positivo il rapporto vissuto col figlio durante il corso: “un’occasione per rafforzare il rapporto; maggiore complicità e coinvolgimento reciproco, esperienza positiva da ripetere”.
Dalle interviste ai figli sono emersi invece i seguenti dati. Alla domanda “cosa ti ha colpito di più del corso?”, hanno risposto: la dipendenza dai videogiohi e da internet, il bullismo, la pericolosità dei social network, la socializzazione figlio-genitore sui social. Il rapporto con il genitore invece è stato vissuto per alcuni con complicità, per altri normale “come tutti i giorni, forse un po' più aperto”, “molto bene, devo dire che ero un po' titubante inizialmente sul fatto di dover cooperare con i miei genitori, poi però si è rivelata una cosa molto molto positiva“, “ci sono state delle discussioni riguardo il controllo del telefono, però è stato comunque molto interessante riuscire a parlarne”. Alla domanda “lo rifaresti?” tutti hanno risposto positivamente e, anzi, lo consiglierebbero ai loro amici e, infine, alla domanda “cosa ti ha intimorito di più nel corso?” hanno risposto: la pedofilia, la possibilità di essere una vittima, il bullismo, “come sia semplice essere clonati”, “le foto che diffondi sui social e girano per tutto il mondo”.
PROGRAMMA IN ALLEGATO
(an)