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Franco Farinelli ha delineato l’idea di spazio attraverso una serie di esempi che hanno portato poi al nostro presente in cui lo spazio come estensione, distanza e misura viene di fatto annullato dalla globalizzazione della rete. Il punto di partenza del geografo è stato un grande viaggiatore come Marco Polo: “Nella letture de Il Milione e nella narrazione dei suoi viaggi – ha spiegato Farinelli – c’è l’idea dei luoghi ma non degli spazi. Marco Polo non ha fretta e misura lo spazio in giornate, con le cose che non hanno estensione ma durata, con il tempo della vita che è misura del viaggio e del movimento”. A segnare la modernità invece è il senso dello spazio con la velocità che diventa il metro della vita sociale. E l’esempio di questa svolta epocale è un altro grande viaggiatore italiano come Cristoforo Colombo: “E’ lui – ha detto Farinelli – il primo vero viaggiatore moderno. Colombo infatti ha fretta, vuole essere veloce, e a differenza di Marco Polo non appare interessato a conoscere la lingua degli indigeni”. Due esempi che hanno permesso al geografo di raccontare la modificazione dell’idea di spazio dalla Firenze dell’umanesimo e del rinascimento fino all’ estate del 1969, quella dello sbarco sulla luna, quando negli Stati Uniti due computer fra Washington e Los Angeles iniziavano a dialogare fra di loro. In quel momento nasceva la rete, nasceva un mondo dove tempo e spazio, le famose categorie che per Kant sono innate per l’uomo, significano molto poco se ancora significano qualcosa. E’ nato così il nuovo, nuovo mondo, in cui lo spazio non ha quasi più significato . “E’ come –ha concluso il geografo - se fosse stato costruito qualcosa di assolutamente nuovo, una dimensione con la quale dobbiamo confrontarci nel nostro quotidiano. Un qualcosa che dobbiamo ancora comprendere veramente e riuscire a spiegare. Per questo ancor oggi non riusciamo a pensare davvero la rete, ad immaginarla, e questo complica la nostra comprensione del funzionamento del mondo trovandoci costretti a registrare gli effetti di una realtà quasi senza spazio”.
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