Le inondazioni arrivarono dopo una settimana di pioggia incessante. Il bilancio fu drammatico: più di 200 città e villaggi devastati, 100 mila persone rimasero per giorni senza forniture di gas e, in base alle informazioni disponibili, più 400 chilometri di strade e oltre 100 ponti risultarono danneggiati. Il Governo ucraino si vide costretto a inviare l'esercito nelle zone più colpite.
La macchina internazionale degli aiuti si mosse da subito. La Commissione speciale Protezione civile italiana, su indicazione del Dipartimento nazionale (a sua volta interpellato dal Sistema europeo di Protezione civile), chiese il 28 giugno 2020 alla Provincia autonoma di Trento la disponibilità ad inviare in Ucraina materiali e attrezzature necessarie per fronteggiare l’emergenza in corso.
Il Dipartimento della protezione civile della Provincia autonoma di Trento si attivò immediatamente, individuando - d’accordo con i vertici della Provincia -, i beni da impiegare nelle operazioni di ripristino delle condizioni di normalità in Ucraina.
Il giorno successivo partì da Trento una colonna di mezzi alla volta dell’aeroporto di Verona - Villafranca, da dove, insieme ad altre attrezzature fornite da varie Regioni italiane, gli aiuti furono imbarcati su un velivolo dell’Esercito italiano alla volta dell’Ucraina. Allo Stato dell’Europa orientale furono donate dal Trentino attrezzature da impiegare per l’aspirazione dell’acqua: motopompe, tubi, gruppi elettrogeni, corpi luminosi.
Oggi la giunta ha preso atto dell’operazione della Protezione civile del Trentino, approvandone all’unanimità le finalità e le modalità di azione.