"Il disabile", ha continuato Cattani, "è solitamente pensato come un onere, ma se ha pari opportunità può e deve essere trattato come una risorsa". Un ruolo fondamentale lo riveste la comunità, sia essa politica, sanitaria o dell'associazionismo, che deve avere la capacità di ascoltare e di accogliere. Anche per Griffo la disabilità è fatto politico e sociale, anche perché "tutti viviamo o vivremo condizioni di disabilità", che è una condizione dinamica, perché solo l'ambiente circostante non fa sì che i limiti della disabilità possano essere superati. Ad oggi purtroppo i disabili sono cittadini invisibili, nonostante la Convenzione Onu ne sottolinei i diritti fondamentali. "L'inclusione si fa con gli esclusi" ha detto Griffo "e i disabili, come parte della società devono poter partecipare alla sua costruzione". Anche per questo si può dire che "Niente sta scritto", come recita il titolo dell'incontro e una nuova storia e una "nuova avventura", l'ha scritta con la sua vita Gianluigi Rosa dopo l'incidente che a 17 anni l'ha privato di una gamba. L'esperienza della menomazione in un ragazzo così giovane, il sostegno della famiglia e degli amici, il travaglio della riabilitazione, sono stati raccontati con una grande energia e forza interiore da Gianluigi, oggi campione della nazionale italiana paralimpica di ice hockey. La vita riserva sorprese e nulla è scontato, è stata la conclusione di Pierino Martinelli nel presentare un progetto culturale della Fondazione Fontana Onlus che prevede anche la realizzazione di un film dal titolo appunto "Niente sta scritto", che non vuole essere un'altra storia di disabilità o avere la presunzione di insegnare, ma ha semplicemente la voglia di mostrare che "un altro modo di vedere il mondo è possibile".
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