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La classe dirigente provinciale, sia per stipendi che per numerosità, si colloca ampiamente nei benchmark nazionali. L'incidenza di personale dirigenziale è attualmente del 2.12% contro valori ben più elevati di altre realtà regionali (Piemonte 5,51%, Lombardia 6,93%, Veneto 7,09%, Emilia Romagna 4,53%, Toscana 4,82%, Calabria 7,06%, Lazio 6,90%, Bolzano 5,52%, Friuli 2,65%, Sardegna 3,10%, Sicilia 10,05%). Gli stipendi della dirigenza trentina, sia per i dirigenti generali che per i dirigenti, sono a loro volta mediamente più bassi di quelli medi delle altre regioni (131.234,46 contro 158.439,00 nel primo caso e 94.458,45 contro 99.104,00 nel secondo).
La nuova metodologia di selezione della classe dirigente introdotta dalla nuova legge provinciale che ha preceduto la “Riforma Madia” valorizza nei candidati il possesso delle attitudini di leadership e managerialità.
In particolare la procedura prevede:
1) una prova (test o orale) volta ad accertare le attitudini del candidato a rivestire il ruolo dirigenziale in particolare per quanto riguarda le doti di leadership e managerialità
2) una prova teorica (scritta) per l’accertamento delle:
- competenze teoriche “trasversali” su assetto autonomistico e la sua storia, procedimento amministrativo, contabilità e bilancio, programmazione, ordinamento del personale;
- competenze teoriche “specifiche” su uno delle materie delle strutture comprese nell’area di riferimento.
3) una prova pratica (scritta o orale) per l’accertamento delle competenze pratiche nelle materie “specifiche”;
4) percorso formativo obbligatorio di approfondimento sulle materie delle prove con verifica finale .
Requisiti per la partecipazione:
I requisiti minimi generali per la partecipazione alle selezioni pubbliche per l'accesso alla dirigenza di ruolo sono costituiti dal:
a) possesso del diploma di laurea magistrale e dall'eventuale possesso di diplomi post universitari o dell'abilitazione professionale:
b) inoltre sono richiesti, in alternativa:
- il possesso della qualifica di direttore;
- l'esperienza professionale almeno quinquennale maturata in qualifiche o profili per i quali è previsto il possesso del diploma di laurea magistrale presso amministrazioni pubbliche, o in qualifiche dirigenziali o di quadro, individuate nel rispetto della normativa statale in materia, presso aziende pubbliche o private.
L'esperienza professionale può essere parzialmente sostituita, in misura non superiore a tre anni, dal possesso di competenze e attitudini accertate attraverso una specifica valutazione che ne attesti il particolare potenziale.
(mp)