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«Serve uno sforzo collettivo per riportare in alto la reputazione dell’Italia. Più che gli immigrati, devono allarmarci i tanti giovani che lasciano il paese. Bloccato dal corporativismo. Se un presidente di regione nomina i primari ospedalieri, c’è un problema». Sergio Fabbrini ha incluso anche l’Italia nel ragionamento sui pericoli vissuti dalle democrazie in questo momento d’oro per i populismi, i sovranismi e le derive autoritarie. «Dobbiamo parlare di sovranismo – ha chiarito Fabbrini – perché nessun paese oggi punta sul nazionalismo che prelude all’abbandono dell’Unione Europea. Semplicemente si vuole svuotarla dall’interno». Tenere in seno alle grandi famiglie politiche europee partiti autoritari è un rischio: succede nel Partito popolare europeo con Fidesz dell’ungherese Orbán; tra i socialdemocratici con i parlamentari del partito democratico rumeno, ma anche tra i liberaldemocratici (con il partito della Rep. Ceca). Le elezioni europee del 26 maggio ci hanno consegnato i due fulcri dell’europeismo (entrambi tedeschi), molto indeboliti: Spd e Cdu. In compenso, inaspettatamente, verdi e liberal-democratici sono cresciuti vistosamente. «Cdu e socialdemocratici tedeschi – ha evidenziato Fabbrini – sono rimasti prigionieri di uno schema molto conservatore». Daniel Ziblatt è convinto che le élite liberali abbiano consegnato a neoliberisti populisti lo scettro e la democrazia è stata investita da un’onda autoritaria. Per Fabbrini l’allarme è concreto: «Chi mette in discussione l’Europa mette in realtà in discussione anche i bilanciamenti della democrazia. Aprendo la strada alla tirannia della maggioranza. La democrazia liberale non è perfetta, è frutto di compromessi, ma va preservata. Devono vigilare istituzioni e cittadini. Altrimenti l’erosione è lenta ma progressiva». «Negli Stati Uniti – ha aggiunto Ziblatt – sono stati i conservatori a difendere la democrazia. La grande abdicazione dei repubblicani ha portato all’elezione di Trump. Oggi i partiti fanno fatica a frenare gli outsider, a tener fuori i demagoghi. L’autoritarismo è per definizione “infedele” ai valori basilari della democrazia. Che differenze ci sono fra Trump e i populismi europei? Trump viola con meno ritrosia le norme democratiche e ha una retorica più aggressiva. Europa e Stati Uniti sono legati da un richiamo nostalgico a un passato che non c’è mai stato. Dove ci sono meno migranti c’è maggiore sostegno ai populisti. Questo ci dice che i populismi nascono dalla paura».
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