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Rivolto al pubblico presente in sala, Michele Iori ha commentato: “Sarete voi attraverso un’attività di progettazione partecipata a delineare i futuri progetti della Fondazione nel settore welfare, in un’ottica di condivisione di intenti e di scopi. Con un patrimonio di 380 milioni ed erogazioni annue tra i 6,5-7 milioni di euro nei settori della ricerca scientifica, istruzione, cultura e del volontariato, la Fondazione Caritro crede che l'azione sui soggetti svantaggiati debba configurarsi come un coinvolgimento più globale della comunità e del soggetto dentro un progetto. Da qui, una serie di molteplici iniziative a sostegno al mondo del sociale e del volontariato per alleviare situazioni di difficoltà del settore sociale, che nell’ultimo triennio 2013-2015 ha visto un investimento di quasi 2,3 milioni di euro, pari ad un valore medio di circa 13% delle risorse complessivamente stanziate per erogazioni in tale periodo. I fondi per il 2016 non diminuiranno e abbiamo preventivato per il settore sociale, un ammontare complessivo di interventi pari a 1.090.000 Euro, registrando un aumento del 18% rispetto al 2015".
“Uscire dalla retorica della crisi per capire che bisogna lavorare in modo diverso – ha proseguito l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Luca Zeni – partendo dall’analisi dei bisogni e delle necessità dei cittadini per ricostruire le reti di relazioni sociali un tempo ordinarie, che ora non ci sono più, coerentemente con Il Piano della Salute approvato dalla Provincia che tiene conto anche del contesto sociale in cui la persona vive e delle relazioni interpersonali in cui è immersa”.
Piergiorgio Reggio, presidente di Fondazione Demarchi ha sottolineato come in questo progetto sia vincente la collaborazione istituzionale, per la creazione di un terreno comune attraverso cui migliorare l’offerta del welfare. Mettere al centro le relazioni e lavorare sulle specificità del nostro territorio, come il contesto montano, sono i punti di forza di un’azione propositiva per il bene della comunità”.
La vicepresidente Silvia Arlanch ha riassunto le fasi di un progetto che vede ora, dopo l’ascolto sul territorio, una fase cruciale, momento di restituzione e di rilancio, in cui le organizzazioni del territorio saranno chiamate a mettersi in gioco per sviluppare progetti in grado di innovare il panorama del welfare trentino.
Entrando nel dettaglio del progetto, Gino Mazzoli, psico-sociologo e consulente per il progetto, ha riportato l’analisi del mutamento della società generato dalla crisi, che porta con sé una platea sempre più vasta di cittadini vulnerabili e impone ai servizi sociali di misurarsi con nuove fragilità che coinvolgono non più solamente la fascia di marginalità estrema, ma una fetta ampia di popolazione appartenente al ceto medio impoverito.
In merito alle cinque piste di lavoro presentate, sarà possibile candidarsi a uno o più laboratori entro il 15 aprile e ai primi di maggio inizieranno le attività. Da maggio a novembre 2016, poi, partirà la terza fase del progetto dedicata alla progettazione degli interventi che Fondazione Caritro potrà sostenere.