Venerdì, 15 Aprile 2016 - 16:25 Comunicato 694

Gilmozzi: “Dobbiamo rendere effettivo il trasferimento dalla strada alla ferrovia”
La competitività del trasporto intermodale

Nel 2015 sono transitati attraverso il valico del Brennero oltre 2 milioni di mezzi pesanti. Una cifra che evidenzia quanto sia urgente incrementare il trasferimento del traffico delle merci e delle persone dalla strada alla ferrovia. Il tunnel di base del Brennero, una volta terminato, sarà di grande aiuto, ma dovrà essere affiancato da una serie di azioni che rendano competitivo il trasporto intermodale. E’ questo il tema al centro del convegno, promosso dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Comunità d’Azione per la Ferrovia del Brennero (CAB), su cui questa mattina a Trento si sono confrontati operatori del settore e rappresentanti delle istituzioni.
“Avere una nuova infrastruttura e normative omogenee è certamente importante, ma non è sufficiente – ha spiegato l’assessore provinciale alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi. Dobbiamo lavorare, tutti insieme, in una logica di sistema, per armonizzare le politiche europee, nazionali e locali, per migliorare la sostenibilità ambientale del trasporto e per garantire l’interoperabilità delle strutture ferroviarie e dei sistemi di sicurezza. E’ importante comprendere che quanto investiamo oggi ci permetterà di cogliere, un domani, tutte le potenzialità che scaturiranno dalle nuove infrastrutture che stiamo costruendo. Solo individuando efficaci prospettive di sviluppo del trasporto ferroviario riusciremo a rendere effettivo il trasferimento del traffico, soprattutto merci, dalla strada alla rotaia. Tale obiettivo – ha concluso Gilmozzi – rientra a pieno titolo tra quelli definiti dalle politiche e normative per i trasporti dell’Unione europea, che impegnano gli Stati ad operare per assicurare maggiore competitività e connessione dei territori, per ridurre le emissioni e per una crescita sostenibile”.
"Lavoriamo ad un'opera di grande rilievo per il settore del trasporto – ha sottolineato l'ingegner Ezio Facchin, recentemente nominato commissario governativo per il corridoio del Brennero. Il Governo – ha detto – intende dare un accelerata sulle tratte sud del tunnel di base pur dovendo analizzare con grande attenzione la portata economica degli interventi. Bisogna essere determinati – ha sottolineato Facchin – avere una strategia molto chiara e capire quali siano le vere attese degli operatori economici”.

Ma quali sono gli interventi e le azioni su cui occorre lavorare per rendere più competitiva l’intermodalità? Alberto Milotti, dell’Università Bocconi di Milano, ne ha evidenziate alcune. Prima di tutto occorre una maggiore concertazione delle scelte infrastrutturali strategiche, in materia retroportuale e terminalistica. Poi devono essere attivate sinergie e modalità di valorizzazione del ruolo del settore privato, per interventi infrastrutturali o per il riassetto degli operatori logistici, con l’introduzione di innovazioni organizzative e tecnologiche in grado di ridurre i costi di manovra ferroviaria. Al fine di poter gestire al meglio le fasi intermedie è necessario perseguire una stretta cooperazione fra i diversi gestori di rete e dei nodi, in modo da poter offrire un servizio il più possibile integrato e rendere efficiente il sistema di produzione del servizio ferroviario. Molti gli interventi che si sono susseguiti nel corso del convegno e che hanno dato vita ad un confronto serrato fra i tecnici delle istituzioni di Baviera, Tirolo, Alto Adige e Trentino e fra i gestori dei nodi intermodali, come gli interporti di Trento e di Verona.    

Dagli operatori privati intervenuti al convegno, fra cui Arcese Trasporti, Rail Traction Company, Treintalia e Kombiverkehr, è arrivata anzitutto la richiesta di regole e leggi omogenee a livello europeo, applicate senza specifiche nazionali, così come per i servizi di sicurezza presenti sulla rete ferroviaria. “Se il treno vuole essere competitivo – hanno detto – occorre migliorare e ampliare la rete delle infrastrutture terminalistiche e aumentare la massa rimorchiabile da 1.600 a 2000 tonnellate”.

Il convegno si è concluso con l'intervento della scrittrice e giornalista Isabella Bossi Fedrigotti che ha ricordato come il valico del Brennero sia stato, da sempre, un luogo di incontro e di scambio dove sono passati, soldati, poeti, mercanti e vescovi e che solo per 70 anni sia stato una frontiera politica. La sfida etica e culturale che abbiamo di fronte, secondo la scrittrice trentina, è quella di impegnarsi per mantenere sempre aperto questo luogo di relazione e di confronto.

(fm)

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