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“Un’iniziativa – spiega Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento – che esprime alla perfezione il significato più profondo di Progetto Manifattura, un luogo in cui le tecnologie nascono e crescono per essere poi liberate sul territorio, in una virtuosa commistione, come in questo caso, tra innovazione e sistema del welfare. Cent’anni fa protagoniste di questa fabbrica erano le Zigherane, le lavoratrici del tabacco, oggi mi trovo tra due giovani donne che hanno fatto dell’innovazione e del coraggio imprenditoriale la loro cifra distintiva. Anche questo è un bel segno dei tempi”.
È infatti proprio nell’incubatore delle green-tech di Trentino Sviluppo che è nata, nel 2014, Ri-Legno, la prima startup italiana per l’ispezione, il monitoraggio, la manutenzione e il risanamento delle costruzioni in legno esposte direttamente agli agenti atmosferici e la progettazione di grandi strutture lignee. L’impresa, fondata da Lavinia Sartori e Giulio Franceschini, conta ad oggi una decina di dipendenti, oltre ai due soci attivi, e si accinge ad affrontare una nuova sfida: quella della manutenzione e riqualificazione dei giardini pubblici, con un particolare focus sugli impianti gioco per i bambini.
A tal fine Ri-Legno ha siglato un contratto di rete con la cooperativa La Sfera che, fondata nel 1995, è uno dei più importanti enti del terzo settore trentino, con 300 dipendenti e l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale dei soggetti a rischio e in condizioni di difficoltà e vulnerabilità attraverso il lavoro di realizzazione e cura delle aree verdi e gioco e le pulizie civili e industriali.
Attraverso il contratto di rete, il 117° firmato in Trentino dal 2009, Ri-Legno e La-Sfera si impegnano a lavorare insieme, mantenendo la propria autonomia e indipendenza, ma aumentando la propria capacità di innovare e garantendo, accanto al perseguimento dell’interesse individuale ad una maggiore competitività di mercato, il perseguimento dell’interesse comune alla cura dei beni e delle aree condivise.
“Diversi giardini pubblici, purtroppo, versano in stato di semi-abbandono – spiega Lavinia Sartori di Ri-Legno – e sono caratterizzati da strutture pericolanti, che perdono schegge e rischiano di rompersi, generando un rischio reale per i bambini che le usano e costringendo le amministrazioni pubbliche a rottamarle ogni 5-10 anni. Questo progetto mira invece a intervenire preventivamente, attraverso opportune azioni di manutenzione, al fine di aumentare la vita utile dei giochi, migliorando al contempo la sicurezza dei piccoli fruitori secondo i più alti standard europei”.
Un risparmio di materiali e suolo fino all’80% del valore dell’area gioco, con importanti ricadute dal punto di vista occupazionale.
“Con questo accordo – sottolinea Bruna Penasa, presidente della cooperativa La Sfera – innovazione tecnologica e facility management si fondono per attuare la sostenibilità in tutte le sue forme: dall’alta ingegneria per la tutela dell’ambiente alla sostenibilità del sistema sociale, attraverso il reinserimento lavorativo delle persone in cerca di occupazione, con un risparmio sulla spesa pubblica che abbiamo stimato in 12-13 punti percentuali”.
“Una bella iniziativa – conclude Paolo Pretti della direzione operativa di Trentino Sviluppo – che ci insegna a dare nuova vita agli spazi dismessi e mette al centro le persone, trasformando in tempi brevi le loro idee imprenditoriali in concreti progetti di mercato, con ricadute positive sulla collettività”.
Immagini ed interviste a cura dell’Ufficio stampa