
Col suo ricorso, la Commissione europea ha rilevato che i piani per la qualità dell’aria, adottati in seguito al superamento dei valori limite di concentrazione di polveri sottili nei territori oggetto della condanna, “non permettono né di rispettare i valori limite, né di limitare il loro superamento al periodo più breve possibile”. Dal canto suo, la Provincia autonoma di Trento può invece contare su una pianificazione puntuale ed estesa. Infatti, il vigente Piano provinciale di tutela della qualità dell’aria, approvato nel 2018 (e consultabile sul sito web dedicato https://pianoaria.provincia.tn.it/ ), contiene un dettagliato elenco di strategie e azioni per la riduzione degli inquinanti atmosferici. Per quanto riguarda in particolare le polveri sottili, oggetto della condanna comminata all’Italia dalla Corte di Giustizia europea, è bene ricordare che in Trentino la fonte primaria dell’80% delle emissioni di tale inquinante è la combustione domestica della biomassa legnosa. Il Piano provinciale contiene al riguardo numerose azioni di contrasto, tra cui le iniziative per sensibilizzare i cittadini riguardo agli impatti della combustione della legna sulla salute umana e sull’ambiente, nonché per diffondere la conoscenza delle “buone pratiche” di combustione, che permettono di ridurre in maniera significativa gli inquinanti emessi in ambito domestico.