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Il protocollo concordato da Dorigatti e Rossi prevede che Consiglio e Giunta condividano la messa a disposizione sia dei mezzi tecnici, sia di quelli finanziari, utili alla migliore operatività dell’organismo presieduto dal professor Falcon.
Nonostante la bocciatura al referendum della riforma costituzionale del Titolo V, i due presidenti sono entrambi convinti che permanga la necessità di portare avanti uno sforzo di revisione della carta statutaria del 1948-1972, come contributo strategico al rafforzamento del peculiare assetto istituzionale del Trentino dentro lo Stato italiano. Particolarmente importante sarà il coinvolgimento della cittadinanza nei 6 mesi della fase partecipativa prevista dalla l.p. 1/2016, un’operazione che dovrà consentire di poggiare la riforma su un reale consenso e su un’ampia consapevolezza popolare attorno ai temi fondanti dell’autonomia provinciale e regionale. Altrettanto strategica viene ritenuta l’unità d’intenti tra Trento e Bolzano, da perseguire attraverso un costruttivo confronto tra le due realtà provinciali.
A progettazione conclusa della riforma, spetterà infine a Consiglio e Giunta provinciali valutare se e quando ci saranno le migliori condizioni complessive per portare il progetto di riforma in sede parlamentare e aprire quindi la procedura costituzionale per la sua approvazione.