
Lucinda Platt ha presentato la peculiare situazione inglese, dove il fenomeno dell'immigrazione è avvenuto molto prima di altri Paesi, come l'Italia, e può quindi rappresentare un buon modello di studio per il futuro: "Le minoranze caraibiche sono arrivate negli anni '40-'50 e si sono posizionate intorno a Londra, gli indiani fra gli anni '60 e gli anni '70, si sono concentrati nello Yorkshire e hanno lavorato principalmente nell'industria tessile, mentre i pachistani sono arrivati verso la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 e si sono insediati nella parte settentrionale dell'Inghilterra più industrializzata, un'area che ha subito un forte processo di deindustrializzazione".
"Gli immigrati in Gran Bretagna rappresentano il 14% della popolazione e sono ormai in crescita in molti paesi europei - chiarisce Lucinda Platt - al punto che in alcuni luoghi possiamo parlare di terza generazione, inoltre molto spesso sono popolazioni giovani, che quindi diventeranno significative per il futuro".
Secondo Lucinda Platt: "Per capire la posizione delle minoranze etniche, dobbiamo considerare le famiglie di origine e il contesto che si trovano ad affrontare", vi sono ovvero situazioni differenti a seconda dei gruppi e diversa mobilità sociale, sia in alto che in basso.
Per esempio, sotto il profilo dell'istruzione: "Alcuni gruppi di minoranze, considerati svantaggiati come i pakistani, raggiungono un buon livello di istruzione, addirittura migliore degli stessi giovani britannici". Ma spesso questa istruzione non si traduce in un posto di lavoro adeguato al livello raggiunto.
In sintesi: "Analizzando i dati vediamo che c'è, effettivamente, una mobilità verso l'alto dei gruppi di migranti, rispetto alle origini svantaggiate, ma non esiste un elemento di protezione per la seconda generazione rispetto alla mobilità verso il basso. L'istruzione poi è fondamentale per la mobilità verso alto, ovvero è il modo attraverso il quale i migranti hanno successo, ma non è sufficiente per evitare un rischio di disoccupazione maggiore". L'istruzione non è discriminante per la prima generazione, ma è il modo per la seconda generazione di ottenere maggiore mobilità, anche se da sola non basta "perché gli esiti occupazionali rispetto all'istruzione sono minori". In definitiva, come spiegato da Platt: "I migranti si stanno allontanando dallo svantaggio sociale, ma ci sono grosse diversità fra i gruppi e forse la classe sociale conta più dell'etnia". -