Lunedì, 22 Dicembre 2014 - 02:00 Comunicato 3286

La proposta del vicepresidente Alessandro Olivi oggi alla riunione della Commissione provinciale per l'impiego
LAVORATORI DISOCCUPATI E IN MOBILITA' ALLE DIPENDENZE DI PROVINCIA E COMUNI PER LAVORI SOCIALMENTE UTILI

Lavoratori disoccupati o in mobilità impiegati da Provincia, Comuni e altri enti pubblici per lavori socialmente utili, che non potrebbero essere affidati a lavoratori assunti per altre vie a causa dei vincoli ai bilanci comunali posti dal Patto di stabilità: è la proposta avanzata oggi dal vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi alla Commissione provinciale per l'impiego. Una sorta di "nuovo Progettone" rivolto però ai lavoratori temporaneamente in difficoltà, anziché a quelli vicini all'età pensionistica, che consente agli interessati di continuare a mantenere stato e trattamento di disoccupazione, a cui si somma un addendum da parte dello stesso ente fino al raggiungimento del medesimo livello di stipendio che sarebbe stato percepito da un lavoratore "ordinario". Tutto questo fin quando il lavoratore stesso non verrà riassorbito dal mercato del lavoro.
La novità fondamentale, rispetto alla normativa statale, che già prevedeva questo meccanismo, ma in maniera volontaria, è che con la delibera che presto verrà adottata dalla Giunta provinciale, esso sarà reso obbligatorio, attraverso il meccanismo della condizionalità. "In pratica - spiega il vicepresidente Olivi - per mantenere il sussidio pubblico, il lavoratore dovrà accettare la chiamata diretta da parte dell'ente che lo ha richiesto. Anche in futuro daremo la precedenza ai volontari, naturalmente, ma qualora il fabbisogno espresso dagli enti pubblici, i quali, lo ricordiamo sono sottoposti ai pesanti vincoli del patto di stabilità, non potesse essere soddisfatto, si potrà ricorrere ad un reclutamento reso di fatto obbligatorio, da un elenco predisposto dall'Agenzia del Lavoro. Crediamo che questo possa essere un modo attraverso il quale il lavoratore restituisce alla comunità quanto da essa riceve, sentendosi responsabilizzato ed evitando di scivolare nella condizione del puro assistenzialismo. Ma l'accesso ai lavori socialmente utili è anche un modo per fare formazione sul campo e mantenersi attivi nel mercato del lavoro. Il principio della condizionalità dell'aiuto pubblico - ribadisce ancora Olivi - risulta dunque confermato ancora una volta come un pilastro del nostro sistema delle politiche del lavoro".
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Lavoratori disoccupati o in mobilità impiegati da Provincia, Comuni e altri enti pubblici per lavori socialmente utili, che non potrebbero essere affidati a lavoratori assunti per altre vie a causa dei vincoli ai bilanci comunali posti dal Patto di stabilità: è la proposta avanzata oggi dal vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi alla Commissione provinciale per l'impiego. Una sorta di "nuovo Progettone" rivolto però ai lavoratori temporaneamente in difficoltà, anziché a quelli vicini all'età pensionistica, che consente agli interessati di continuare a mantenere stato e trattamento di disoccupazione, a cui si somma un addendum da parte dello stesso ente fino al raggiungimento del medesimo livello di stipendio che sarebbe stato percepito da un lavoratore "ordinario". Tutto questo fin quando il lavoratore stesso non verrà riassorbito dal mercato del lavoro.
La novità fondamentale, rispetto alla normativa statale, che già prevedeva questo meccanismo, ma in maniera volontaria, è che con la delibera che presto verrà adottata dalla Giunta provinciale, esso sarà reso obbligatorio, attraverso il meccanismo della condizionalità. "In pratica - spiega il vicepresidente Olivi - per mantenere il sussidio pubblico, il lavoratore dovrà accettare la chiamata diretta da parte dell'ente che lo ha richiesto. Anche in futuro daremo la precedenza ai volontari, naturalmente, ma qualora il fabbisogno espresso dagli enti pubblici, i quali, lo ricordiamo sono sottoposti ai pesanti vincoli del patto di stabilità, non potesse essere soddisfatto, si potrà ricorrere ad un reclutamento reso di fatto obbligatorio, da un elenco predisposto dall'Agenzia del Lavoro. Crediamo che questo possa essere un modo attraverso il quale il lavoratore restituisce alla comunità quanto da essa riceve, sentendosi responsabilizzato ed evitando di scivolare nella condizione del puro assistenzialismo. Ma l'accesso ai lavori socialmente utili è anche un modo per fare formazione sul campo e mantenersi attivi nel mercato del lavoro. Il principio della condizionalità dell'aiuto pubblico - ribadisce ancora Olivi - risulta dunque confermato ancora una volta come un pilastro del nostro sistema delle politiche del lavoro".
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